Santalucia, presidente Anm: "Inappellabilità assoluzioni già bocciata, non è soluzione"
"In Italia, ogni anno migliaia di persone vengono arrestate e processate pur essendo innocenti. Il processo è già una pena, che colpisce l'imputato, ma anche la sua famiglia, i suoi amici, il suo lavoro. Per questo non deve trascinarsi all'infinito, in appelli e controappelli. Quando governeremo noi, le sentenze di assoluzione, di primo o di secondo grado, non saranno appellabili". Lo ha detto il presidente di Fi, Silvio Berlusconi, nella sua 'pillola elettorale'.
"Un cittadino - una volta riconosciuto innocente - ha diritto di non essere perseguitato per sempre. Anche perché perseguitare gli innocenti significa lasciare i veri colpevoli in libertà. Se sei d'accordo, se anche tu pensi che la presunzione di innocenza sia alla base della nostra civiltà giuridica, il 25 settembre devi andare a votare e devi votare Forza Italia" ha concluso Berlusconi.
LE REAZIONI - “Il tema è stato già affrontato dal Legislatore nel 2006 con la legge Pecorella, che ha visto un anno dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale" dice il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, interpellato dall’Adnkronos sulla proposta di Berlusconi.
"Dell’inappellabilità delle sentenza se ne può discutere ma non nei modi in cui è stata rappresentata in queste ore. Non è certo questa la soluzione ai problemi della giustizia” sottolinea il presidente dell’Anm. “Se un processo si conclude con un’assoluzione non si può pensare che si tratti di malagiustizia: i processi si fanno per accertare i fatti - rimarca Santalucia - Non è accettabile questo modo di ragionare, i processi vanno fatti per accertare la verità storica che non si conosce all’inizio”.
Di inappellabilità delle sentenze di assoluzione “se ne parla da tempo. Questa è una proposta che prende atto di una situazione grave che è sotto gli occhi di tutti: lungaggini processuali ormai diventate endemiche. L’ideale sarebbe poter celebrare i processi, ma questa misura potrebbe essere giustificata almeno temporaneamente proprio dalla situazione di crisi della giustizia italiana” afferma all'Adnkronos Antonino Galletti, presidente dell'Ordine degli Avvocati di Roma, in merito alla proposta di Berlusconi.
“O si assumono finalmente 1500 magistrati o servono misure emergenziali di questo tipo. Queste sono tutte proposte che prendono atto che purtroppo non si riesce a gestire l’ordinario. La realtà dei fatti è che nessuno negli ultimi 20 anni ha risolto il problema delle piante organiche, sia del personale giudiziario che di quello amministrativo”, aggiunge. “In queste ore, il presidente del tribunale romano, il più grande, ha certificato il fallimento del sistema, sospendendo per 6 mesi le udienze penali collegiali provenienti dalle decisioni dei giudici per l’udienza preliminare”, conclude Galletti.
Gian Domenico Caiazza, presidente dell'Unione Camere Penali, afferma all'Adnkronos: "Apprezziamo molto l'indicazione del presidente Berlusconi sull'inappellabilità per le sentenze di assoluzione che corrisponde ad una delle cinque ineludibili riforme della giustizia che abbiamo presentato a tutti i leader politici in competizione, attraverso una lettera".
"Una delle riforme che occorrerà fare con il nuovo Parlamento, con il governo, quale che esso sia. Noi nella nostra lettera indicavamo appunto la necessità di tornare alla legge Pecorella, all'inammissibilità dell'impugnazione del pubblico ministero - conclude Caiazza - Quindi salutiamo con favore questa presa di posizione da parte del presidente Berlusconi e ci auguriamo che sia la più largamente condivisa".