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Pnrr, Busia: "Troppe opere da terminare entro il 2026"

Immagine di repertorio - FOTOGRAMMA
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04 marzo 2022 | 09.00
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“La rapidità con cui vanno realizzate le opere previste dal Pnrr e la velocità con cui vengono organizzate gare d’appalto e lavori sono un enorme vantaggio ma comportano anche un costo aggiuntivo. E quindi aprono degli interrogativi”. E’ quanto ha detto il Presidente dell’Autorità anticorruzione Giuseppe Busia nel corso dell’audizione in commissione Affari Costituzionali alla camera sullo stato di attuazione del Pnrr. “Dobbiamo dirci con grande franchezza che il termine del 2026 è una data convenzionale: noi dobbiamo lavorare per il 2030, per il 2050, per le generazioni future. Quindi non tutti i progetti è bene che siano conclusi in fretta entro il 2026. Vanno valutati costi e benefici per i singoli investimenti, distinguendo fra riforme urgenti e interventi meno urgenti”.

“Io credo vadano privilegiate le riforme, da fare subito e che non hanno costi aggiuntivi (pensiamo alla riforma del sistema fiscale o quella previdenziale, per esempio). Per le opere da realizzare va invece tenuto presente che i tempi ristretti e il contesto internazionale in cui ci troviamo con la guerra in Ucraina e il post pandemia comportano costi aggiuntivi, e forse è più ragionevole una ricalendarizzazione degli investimenti, da concordare con la Commissione europea”, ha continuato Busia.

“Va, insomma, rivista la programmazione, caso per caso. Tanti investimenti sono stati inseriti nel Pnrr mettendoli sullo stesso piano, sia quelli urgenti e immediati, sia quelli che vanno realizzati con tempi più lunghi, magari anche sfruttando al meglio le riforme che nel frattempo si mettono in campo. Non si può nello stesso tempo riformare il codice degli appalti, cambiando le norme, riorganizzare le stazioni appaltanti, introdurre la digitalizzazione, e contemporaneamente effettuare tantissime gare d’appalto, o affidare appalti con procedura diretta, per risparmiare 10-15 giorni che servirebbero invece per pubblicare il bando, e garantire più trasparenza e più concorrenza”.

“Ricordiamoci, inoltre, che gli investimenti che facciamo sono debito per le generazioni future. Pertanto devono essere tutti fatti bene, e spesi al meglio, perché portino a ricadute economiche durature. La digitalizzazione serve per andare più veloci con le gare. Però se nel frattempo metto in piedi troppe gare, non beneficio di accelerazione, trovo aumento dei prezzi, materie prime con costi alle stesse, poca disponibilità di manodopera qualificata”.

“La fretta costa, infatti, e comporta maggiori costi. L’accelerazione ingiustificata porta a sacrificare una migliore progettazione. E sono errori che si pagano dopo. Inoltre la saturazione delle imprese disponibili sul mercato, porta a fare ricorso a imprese non qualificate, e senza la necessaria esperienza. Il rischio di non pescare il meglio per prendere tutto il disponibile, lo si ha anche nel reclutamento accelerato adottato nel pubblico”.

Per il Presidente Busia, quindi, gli investimenti andrebbero valutati caso per caso. “Possibile che per tutti abbiamo necessità di sovraccosti per pagare lavoro notturno e festivo? Possibile che per tutti ci sia così urgenza da sopportare aumenti forti del costo delle materie prime? Possibile che per tutti abbiamo bisogno di sacrificare concorrenza e trasparenza?”. “Serve, insomma, una sorta di tagliando sul Pnrr, da effettuare in dialogo con la Commissione per ricalendarizzare alcuni interventi sulla base dell’effettiva urgenza e dell’evolversi della situazione internazionale”.

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