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Con Pnrr spesa annua 4,5 volte superiore a quella dei fondi Ue

E' il calcolo che giunge dall'’Ufficio studi della Cgia che non dimostra sorpresa per il fatto che molto probabilmente l'Italia non riuscirà a spendere i fondi previsti dal Pnnr

Immagine di repertorio - FOTOGRAMMA
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12 aprile 2023 | 08.39
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Con il Pnrr la spesa annua dovrebbe essere di 4,5 volte superiore a quella dei fondi Ue che già fatichiamo a spendere. E' il calcolo che giunge dall'’Ufficio studi della Cgia che non dimostra sorpresa per il fatto che molto probabilmente l'Italia non riuscirà a spendere i fondi previsti dal Pnnr e questa “consapevolezza” trae origine da un assunto: la storica difficoltà del nostro Paese a utilizzare tutti i soldi che ci giungono da Bruxelles.

In riferimento ai fondi di coesione, ad esempio, non sono pochi quelli riferiti al settennio 2014-2020 che, entro la fine di quest’anno, rischiamo di perdere, sebbene la spesa ipotetica annuale necessaria per mettere a terra tutte le risorse disponibili ammonti solo a 9 miliardi di euro. Affrontando con lo stesso approccio appena illustrato anche il Pnrr, tra il 2023 e il 2026 dobbiamo spendere mediamente 42 miliardi di euro all’anno per poter realizzare tutti i progetti previsti dal piano. Una cifra, quest’ultima, 4,5 volte superiore alla precedente, sottolinea la Cgia. "E’ evidente che raggiungere questo obbiettivo sarà quasi impossibile" commenta una nota.

Entrando nel merito la Cgia indica che dei 64,8 miliardi di euro di fondi europei di coesione messi a disposizione dell’Italia nel periodo 2014-2020, di cui 17 di cofinanziamento nazionale, poco meno della metà (29,8) dobbiamo ancora spenderli. Se non lo faremo entro la fine di quest’anno, la parte non utilizzata dovrà essere restituita. Questa è l’ennesima dimostrazione che il nostro Paese fatica moltissimo a spendere entro i termini stabiliti i soldi che ci vengono messi a disposizione dall’Ue. Se, invece, riusciremo a farlo, in linea puramente teorica è come se ogni anno di questo settennio avessimo speso 9 miliardi di euro. Con il Pnrr, invece, "tra il 2021 e il 2026 dovremo investirne 191,5, pari a una spesa media che ne consenta l’utilizzo complessivo di 42 miliardi di euro l’anno nel periodo 2023-2026. Ebbene, se, come dicevamo più sopra, stiamo arrancando nel metterne a terra 9 di fondi UE all’anno, come faremo a spenderne addirittura 42 col Pnrr, ovvero 4,5 volte tanto?".

Secondo la Banca d’Italia , a fronte di un investimento mediano di 300 mila euro, nel nostro Paese la durata mediana per la realizzazione di un’opera è pari a 4 anni e 10 mesi. La fase di progettazione dura poco più di 2 anni (pari al 40 per cento della durata complessiva), l’affidamento dei lavori dura 6 mesi e sono necessari oltre 2 anni per l’esecuzione e il collaudo. Per un investimento di cinque milioni di euro, invece, il tempo di realizzazione è di ben 11 anni. Auspicando che il nuovo codice degli appalti e le riforme che interesseranno la nostra Pubblica Amministrazione riducano in misura significativa queste tempistiche, appare comunque evidente che difficilmente entro i prossimi 44 mesi riusciremo a mettere a terra tutti i progetti previsti dal Pnrr.

Per la Cgia nel nostro Paese rispettare il cronoprogramma per la realizzazione delle grandi infrastrutture è un’operazione sempre molto difficile. Inoltre, gli aumenti dei costi delle materie prime e dell’inflazione hanno peggiorato la situazione; spesso il ritardo accumulato in questi ultimi 2 anni è riconducibile anche a questi rincari che non hanno permesso l’assegnazione dei lavori o lo stato di avanzamento degli stessi e quindi l’avvio o l’ultimazione dei cantieri nei tempi prestabiliti.

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