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A Roma nelle sale del Maxxi la mostra 'Briganti Eleganti' della couture maschile

Un'immagine della mostra 'Briganti Eleganti, l'arte della moda maschile' da domani al Maxxi di Roma
Un'immagine della mostra 'Briganti Eleganti, l'arte della moda maschile' da domani al Maxxi di Roma
26 marzo 2024 | 21.14
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Rileggere il tempo, la moda, i costumi tra creatività, sostenibilità e upcycling. In mostra da domani a Roma negli spazi del Maxxi 'Briganti Eleganti, l'arte della moda maschile', da un'idea e a cura di Stefano Dominella (co-curatori Guillermo Mariotto e Bonizza Giordani Aragno). "Particolarmente attivi nell'Italia Meridionale della Post-Unità, i briganti sono stati relegati in una dimensione esclusivamente socio-politica - raccontano i curatori - La figura del brigante ha agito in realtà anche a livello vestimentario creando dei veri e propri look tra stupefacenti cappelli a cono, giacche utility di velluto, che sembrano rubate al guardaroba di un dandy del XXI secolo e mantelli salvavita. Il brigante si trasforma così un metamodello di stile".

Il percorso espositivo si avvale di una scenografia disegnata ad hoc dall'architetto Virginia Vianello e realizzata dall'artista-scenografo Alessandro Catarinelli accompagnato da una colonna sonora composta ad hoc da Lorenzo Lepore, Luca Valenti e Guillermo Mariotto. Quarantacinque le creazioni, due filoni narrativi, un percorso dove la storia incontra la moda e viceversa, quasi un esperimento che, facendo suo il linguaggio della contaminazione visiva, osserva la moda come un archivio da consultare e valorizzare, attualizzando l’identità culturale di un secolo lontano. Esposti alcuni costumi storici regionali, già in mostra nell’expo di Roma del 1911, provenienti dal prezioso archivio del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, e che oggi fanno parte delle collezioni del Museo delle Civiltà di Roma, ma dallo spirito ancora fortemente attuale, perché perfetti testimoni del "bello e ben fatto" da cui è nato il made in Italy.

La scenografia fa apparire tracce di una città in continua contrapposizione, teatro di silenti ribelli vestiti con abiti rubati alla moda maschile contemporanea, come ad esempio l'anarchia narrativa di Michele Gaudiomonte, la compostezza ribelle di Francesca Liberatore, la sperimentazione rivoluzionaria mai scontata di Guillermo Mariotto, l’Alta sartoria di Caraceni, la sperimentazione sui volumi e materiali di Giovanni Cavagna, l’irriverenza contemporanea di Diesel, e giovani appartenenti alla GenZ, ribelli al perfezionismo, solo per citarne alcuni. Irrompono i metabijoux della collezione Santi&briganti creati appositamente da Gianni de Benedittis. I manichini sono stati reinventati dallo styling di Guillermo Mariotto che ha creato maschere in pelle dando una seconda vita al manichino stesso.

All'interno degli spazi del Maxxi è stata allestita un'area munita di teche, preziose custodi di atti, foto, processi e reperti d'epoca, provenienti dall’Archivio centrale dello Stato, dagli archivi della Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, dal Museo del Risorgimento Nazionale Italiano di Torino e dal Museo Centrale del Risorgimento di Roma. In mostra anche San Leonardo di Noblac, protettore dei briganti, ospitato in un’edicola votiva realizzata dall’artista Federico Paris. La mostra, realizzata in collaborazione con Netflix, ospita anche immagini e materiali tratti dalla serie italiana 'Briganti', prodotta da Fabula Pictures e disponibile su Netflix dal 23 aprile. Inoltre, un videowall proietterà trailer di film e filmati d'epoca provenienti dai preziosi archivi dell’Istituto Luce Cinecittà, da Rai Teche e da case di produzione cinematografiche come l’indipendente Cinestudio e Titanus, tra i quali 'L’Eredità della priora' che andò in onda nel 1980 in 7 puntate sulla Rete1, 'La banda Grossi' del 2018 per la regia di Claudio Ripalti che racconta la storia del brigante Terenzio Grossi, leader dell’omonima banda accanto a 'Banditi a Orgosolo' regia di Vittorio De Seta, diretto nel 1961.

"Volevo confrontarmi con la moda maschile, c'era in me una sorta di attrazione, anche se avevo timore di non riuscire a coglierne l’essenza, la liturgia di quel tema apparentemente così lontano. Inconsciamente era un sfida che non volevo correre – dichiara il curatore Stefano Dominella - E’ stato lo studio del costume popolare italiano ad avvicinarmi all’argomento accanto alle ricerche svolte in importanti archivi storici, come Modateca Deanna e Annamode Costumes. Hanno abbattuto la mia insicurezza, mi sono così immerso con assoluto entusiasmo nella storia dei briganti e dei loro abiti da combattenti così variopinti. E' stato un viaggio davvero stimolante, che mi ha condotto ad una visione approfondita dello streetwear di oggi -prosegue Dominella - Ovvero quell’attitudine maschile davvero eccezionale con la quale ogni giorno ci vestiamo, regalandoci un nuovo volto". La mostra resterà aperta al pubblico fino al 27 maggio.

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