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Fisco, Consulenti lavoro: potenziare strumenti incentivazione, in particolare crediti d'imposta

Le proposte dei professionisti al Senato

Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro
Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro
24 gennaio 2023 | 15.49
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Per favorire la crescita del Paese nei prossimi anni bisognerà anche potenziare gli strumenti di incentivazione fiscale, e in particolare i crediti d’imposta. Ne è convinto il Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, che questo pomeriggio nel corso di un’audizione al Senato presso la VI Commissione Finanze e Tesoro, ha avanzato numerose proposte nell’ambito di un’indagine conoscitiva in materia avviata dalla stessa Commissione. L’analisi e le proposte di riforma dei consulenti del lavoro - riassunte in un documento presentato al Parlamento - si sono concentrate sulle materie maggiormente attinenti alla propria competenza, ma con uno sguardo d’insieme ad altre macrocategorie di bonus fiscali, incentivi e crediti d’imposta, per i quali sono stati sollecitati maggiori semplificazioni e controlli. I crediti d'imposta, in particolare, rappresentano "un valido strumento di sostegno a famiglie e imprese" - si legge nel documento - a condizione che vengano razionalizzati e indirizzati verso un reale sviluppo del Paese, dell'occupazione e del Pil.

Tra i crediti d'imposta posti all'attenzione del legislatore Formazione 4.0, relativo alle spese sostenute dalle imprese per la formazione del personale, che è necessario, secondo il Consiglio Nazionale, prorogare per il 2023 e rendere stabile anche per sostenere l'innovazione delle imprese. In merito alle indennità una tantum di 200 e 150 euro, invece, è stata evidenziata l'esigenza di includere queste misure in strumenti stabili di sostegno al reddito, magari prevedendo una rimodulazione del Tir.

Sull’esenzione fringe benefit per l’anno 2022, invece, la proposta è quella di reintrodurla anche per il 2023, confermando nel limite di 3mila euro la soglia di non concorrenza alla formazione del reddito di lavoro dipendente dei beni e dei servizi erogati gratuitamente ai dipendenti. Tra i crediti d'imposta citati nel documento anche quello per gli investimenti nel Mezzogiorno, da rendere stabile "per favorire la crescita delle Regioni svantaggiate e attirare gli investimenti nelle stesse aree" e neutrale "ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap come previsto per investimenti 4.0".

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