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Francia: Confassociazioni, bene ammortizzatori a professionisti

Angelo Deiana presidente Confassociazioni
Angelo Deiana presidente Confassociazioni
08 maggio 2017 | 13.40
LETTURA: 3 minuti

"Su un piano strategico il fatto che anche i liberi professionisti possano accedere agli ammortizzatori sociali ha un senso, tuttavia su un piano tattico-operativo viene da chiedersi che tipo di proposte verrebbero fatte". Così Angelo Deiana, presidente Confassociazioni, commenta con Labitalia l'idea lanciata dal neopresidente Macron, in campagna elettorale, di far accedere anche i lavoratori indipendenti all’indennità di disoccupazione cambiando però le regole: dopo due offerte di lavoro rifiutate, il sussidio viene sospeso.

"Dico quindi -spiega- sì al principio perché mentre nel '900 quando si entrava nel mercato del lavoro, si puntava solo al posto fisso, a rimanere quindi nello stessa struttura fino alla pensione, ora c'è la logica della continuità professionale che vede dopo un licenziamento non l'uscita dal mercato del lavoro, ma magari l'opportunità di mettersi in proprio reinventandosi professionalmente".

"Quindi -sottolinea Deiana- bisogna ragionare sul fatto che occorre una riforma dell'Anpal che deve far sua una situazione che è profondamente cambiata rispetto al passato; partendo dai centri per l'impiego e provando a costruire delle offerte di lavoro ad hoc anche per i professionisti. In modo che non vengano eventualmente proposti offerti posti di lavoro improponibili per un lavoratore indipendente".

Angelo Deiana interviene anche sugli effetti dell'elezione di Macronin Italia. "Confassociazioni -ricorda- è un soggetto neutro, tuttavia ritiene che non bisogna essere più obbligazionisti di un sistema, ma azionisti. Il sistema Europa deve essere ristrutturato da rendite di posizioni fatte, ad esempio, da surplus commerciali e dalla burocrazia di Bruxelles".

"Noi come italiani -fa notare- abbiamo presidiato malissimo l'Europa, pur essendo un vantaggio se ristrutturata. Questo perché nel mondo globale attuale è come ci fossero ci sono tanti piccoli comuni, ma nel contempo per fare competizione a livello globale bisogna essere globali, pur presidiando una nicchia locale. L'Italia, dunque, non può fare a meno di una grande ristrutturazione per stare in Europa".

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