Creato da quattro protagonisti del settore, presidente è Gianpaolo Ghilardotti
Gli affumicatori italiani fanno squadra per darsi regole produttive chiare e procedure trasparenti. Con un duplice l’obiettivo: fornire utili consigli per aiutare il consumatore italiano a scegliere il miglior salmone affumicato e comunicare al mercato un’eccellenza del made in Italy. Così, quattro protagonisti della filiera ittica danno vita al nuovo Consorzio Affumicatori Maestri Italiani (Cami), nato per preservare e valorizzare la produzione di salmone affumicato lungo tutta la Penisola. Presidente del Consorzio è Gianpaolo Ghilardotti, patron di Foodlab, azienda parmense specializzata nella lavorazione e affumicatura di salmone e altre eccellenze ittiche; vicepresidente è Riccardo Massetti di Sqs Network di Coccaglio (Brescia), esperto operatore del settore, che ha promosso la costituzione del consorzio.
I quattro fondatori sono, infatti, protagonisti della filiera del salmone lavorato: Agroittica di Calvisano (Bs), presente sul mercato con il marchio Fjord; Foodlab, con sede a Polesine Zibello (Pr), marchio Fumara; Sicily Food di Aragona (Ag), con marchio Fine & Fish; Starlaks, ubicata a Borgolavezzaro (No), con i marchi Aquafood e Starlaks. L’iniziativa si fonda sui valori che accomunano le quattro aziende: il rispetto del consumatore, la passione per la qualità e per il servizio, la massima attenzione ai più alti standard qualitativi lungo tutte le singole fasi della produzione. Oggi, è un dato di fatto, l’offerta a scaffale è molto ampia e, spesso, le etichette dei prodotti esposti sono incomplete e fuorvianti. La sfida del neo-nato Consorzio è quella di fornire al consumatore tutte le informazioni necessarie per poter scegliere consapevolmente il salmone che acquista. È proprio la costante ricerca di una qualità a 360 gradi il fil rouge che lega da anni i fondatori del Consorzio.
Agroittica, Foodlab, Sicily Food, Starlaks, infatti, sono accomunati da una scrupolosa cura nella selezione della materia prima, nei processi di trasformazione e di distribuzione del salmone, così come nello studio per la realizzazione di un packaging rispettoso dell’ambiente. Nel loro insieme, le quattro realtà danno impiego a più di 500 persone, garantiscono una lavorazione di più di 10.000 tonnellate di pesce annue e, da sempre, agiscono in sintonia con le rispettive comunità locali. La visione comune alla base del Consorzio è quella di promuovere il salmone e le altre specialità ittiche affumicate, sempre più presenti sulle nostre tavole, come alimenti sani, nutrienti e di qualità. Non è cosa da poco. Aziende in grado di garantire una produzione di qualità rappresentano un valore importante, sia a livello di garanzia per i clienti, sia come leva di sviluppo per le realtà locali di riferimento.
Nel dettaglio, gli obiettivi del Consorzio Affumicatori Maestri Italiani sono: preservare e valorizzare la produzione di salmone affumicato in Italia; promuovere il consumo di salmone di qualità, alimento premium dal punto di vista nutrizionale; accrescere la consapevolezza fra i consumatori che la lavorazione italiana dei prodotti di riferimento (come da disciplinare del Consorzio) è sinonimo di garanzia del rispetto delle migliori prassi di produzione e igieniche, assicurate anche dai controlli delle autorità veterinarie Italiane, tra le più qualificate e attente in Europa; aiutare il consumatore a destreggiarsi tra etichette, brand, indicazioni.
Cami ha elaborato anche un vademecum per la scelta del vero salmone affumicato italiano. Al fine di avere una base comune e garantire livelli di qualità e sicurezza omogenei, i soci ribadiscono le seguenti ‘regole’ (attestate dalla presenza del marchio del Consorzio sulle confezioni): la lavorazione deve essere effettuata in Italia; la salatura deve essere rigorosamente a secco, senza iniezione di salamoia; per il prodotto pescato, vi è l’obbligo di dichiarare zone di pesca e relative certificazioni di sostenibilità; per il prodotto allevato, vi è l’obbligo che cresca in allevamenti sicuri e certificati secondo le norme relative al benessere animale; la tracciabilità e la certificazione della materia prima devono essere chiare e con indicazioni esaustive e verificabili; tutte le norme a tutela della sicurezza alimentare devono essere scrupolosamente rispettate; l’etichettatura dei prodotti deve essere chiara e precisa; audit annuale da parte di un ente di certificazione terzo.
“Il nostro intento è di essere un supporto continuo al consumatore, ai buyers e agli operatori sia per la Gdo che per l’Horeca in un mercato in cui le regole sono spesso poco chiare. Vogliamo offrire una maggior tutela e una nuova leggibilità a un settore Italiano virtuoso ma spesso poco e mal conosciuto. Siamo da decenni parte integrante del patrimonio ittico/enogastronomico d’Italia e oggi ci sentiamo pronti ad accompagnare e guidare i nostri consumatori con una voce nuova e autorevole”, ha dichiarato il presidente Gianpaolo Ghilardotti.