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Caserta: Nomos, valorizzare bene sotto sequestro con progetto culturale

Caserta: Nomos, valorizzare bene sotto sequestro con progetto culturale
11 dicembre 2017 | 16.47
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Valorizzare un bene sotto sequestro con un progetto culturale. Questa la sintesi dell'iniziativa che verrà presentata domani, a Caserta, dal sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore, dal presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Gabriella Casella, il giudice che presiede il collegio Misure di Prevenzione dello stesso tribunale, Massimo Urbano, dal consigliere del ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini, Paolo Masini, dall'assessore alla Cultura del Comune di Caserta, Daniela Borrelli, dal direttore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori, dai legali della procedura, Angelo del Duca e Anna Laura Zanzarri di EY (Ernst & Young), e dagli amministratori giudiziari Domenico Posca e Pietro Bevilacqua.

L’intervento, realizzato grazie al coordinamento progettuale e scientifico di Nomos Value Research e con la direzione artistica di Inward Osservatorio sulla creatività urbana, ha avuto come obiettivo la valorizzazione dell’area e la sua apertura alla città di Caserta.

La realizzazione del progetto è stata voluta dall’amministrazione giudiziaria affidata ai commercialisti Domenico Posca e Pietro Bevilacqua e dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere-Collegio Misure di Prevenzione presieduto dal giudice Massimo Urbano, che stanno curando l’ultimazione dei lavori nelle more del processo che ha portato al sequestro dell’autorimessa. Con l'obiettivo di garantire continuità nei lavori, posti di lavoro e far fruire l’immobile da parte della popolazione residente, si è deciso di dare a questo luogo non solo la funzione di autorimessa, ma anche di luogo vivo di socialità e cultura.

Si tratta di un cantiere privato completamente abbandonato trasformato in uno spazio al servizio della città, sviluppato su tre livelli interrati dove trovano posto un parcheggio orario con oltre 100 posti auto, più di 180 box privati e una piazza resa disponibile alla libera fruizione di tutti i cittadini. Per una maggiore integrazione dell’opera nel contesto cittadino è stato realizzato un intervento di street art da parte dell’artista di fama internazionale Gola Hundum che ha ritratto immagini di piante cui l’autore si è ispirato esplorando la botanica presente nella vicina Reggia.

L’opera figurativa, intitolata 'Venti e Correnti', di circa 400 metri quadrati, si estende sulle strutture del piano interno del garage e quelle che emergono esternamente nella piazza adiacente il Parco delle Amache tra via San Carlo, via Galileo Galilei, Corso Trieste e Via Cristoforo Colombo, nel centro della città.

"Quando parliamo di beni sequestrati -dichiarano a Labitalia il presidente di Nomos, Mario Suglia, e il vicepresidente, Roberto Race- spesso non ci si rende conto che la stragrande maggioranza di essi sono imprese. Ed essendo imprese sequestrate e non confiscate, vuol dire che il processo è ancora in corso e il bene, in caso di assoluzione, potrebbe rientrare nuovamente in pieno possesso della proprietà. Questo vuol dire che si tratta di un'azienda che va tutelata sia nel rispetto di ogni lavoratore che ha nell'impresa l'unica fonte di reddito e dove magari ha speso anni della sua vita, sia nei confronti di un diritto costituzionale inviolabile: la presunzione di innocenza".

"Nella maggior parte dei casi -sottolineano- quando un'impresa viene sequestrata questa perde fette di mercato, la sua reputazione viene fortemente colpita in negativo, molti lavoratori perdono il proprio posto di lavoro. Ma anche qualora le cifre non fossero così imponenti, il nostro Paese può permettersi tutto questo? Ecco perché è importante supportare il lavoro degli amministratori giudiziari sia nella gestione, sia nella strategia di impresa, sia nella comunicazione. Questo indipendentemente dalla proprietà: il punto di vista va spostato dalla proprietà all'impresa".

"Nomos Value Research -precisano- nasce proprio per aiutare le imprese a recuperare il proprio perché. Se si chiede a manager o imprenditori di parlare della propria impresa, molti di essi sanno ben raccontare cosa fa l'impresa, come lo fa, dove e quando. Pochi raccontano o sanno raccontare il 'perché'. Eppure, il 'perché' risponde proprio alla domanda 'strategia dell'impresa', quello che noi chiamiamo il concept strategico".

"Occuparsi di questo pezzo di economia -assicurano Mario Suglia e Roberto Race- rientra proprio nel nostro agire di impresa Nomos: per noi l'impresa rappresenta ciò che ogni imprenditore vede e lo mette in pratica con una o più fabbriche (che è la parte visibile). Questo genera valore per l'intera società. E se il punto di vista nella costruzione della propria azienda è la realizzazione dell'impresa (il perché, la visione, il sogno), questo non può che generare grande valore. Il problema, infatti, nasce quando si dimentica il 'perché' e si rincorre il quotidiano senza una visione di lungo periodo".

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