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Cuzzilla (Federmanager): "Un patto della dirigenza per l'Italia"

Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager
Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager
12 novembre 2021 | 13.59
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Un Patto della dirigenza per l’Italia. E' quello lanciato dal presidente di Federmanager Stefano Cuzzilla oggi a Roma all'Auditorium della Conciliazione di fronte a oltre 600 tra dirigenti d’impresa e rappresentanti delle istituzioni, per costruire una crescita economica robusta e duratura, basata su occupazione, inclusività, welfare, transizione ecologica e trasformazione digitale.

Al centro dei lavori, appunto il Patto della dirigenza per l’Italia per il rilancio economico del Paese, a partire dalla “messa a terra” degli interventi previsti dal Pnrr.

"È il nostro impegno a collaborare con tutte le forze del Paese per un nuovo rinascimento italiano e realizzare un sistema economicamente più competitivo, socialmente più equo ed ambientalmente più sostenibile", ha dichiarato Stefano Cuzzilla nel suo intervento di apertura. "I manager italiani hanno già dimostrato di detenere strumenti concreti e metodo d’attuazione che hanno salvato le nostre imprese nel periodo più buio della pandemia. Ora siamo pronti per concretizzare il piano più ambizioso di riforme ed investimenti che si ricordi dal dopoguerra", ha sottolineato.

"Federmanager è profondamente impegnata nello sviluppare piani di aggiornamento professionale e del definire i nuovi profili manageriali necessari al mercato. Prepariamo squadre di manager dell’innovazione, mobility manager, export manager, energy manager, digital cfo e manager per la sostenibilità necessari per massimizzare la ripresa economica. Oggi chiediamo al Governo di sostenere questo sforzo. Chiediamo di confermare il voucher per gli innovation manager e di prevedere strumenti simili per l’inserimento delle altre figure, a partire dai manager per la sostenibilità, oltre a sgravi fiscali che incentiveranno le imprese a investire nel nuovo che serve". Ha proseguito Cuzzilla.

Un tema, quello delle competenze, che riguarda l’intero sistema produttivo e certamente anche il pubblico e i soggetti a capitale pubblico. "Davvero si pensa che il limite alle retribuzioni dei manager nella pubblica amministrazione o nelle società partecipate non abbia effetto sulla loro selezione e, quindi, sulle performance aziendali?", ha affermato Cuzzilla nel suo intervento.

"Che sia possibile, a ogni cambio di maggioranza politica, sostituire la dirigenza senza effetti negativi sull’efficacia della Pa? Perché mai un progetto pubblico dovrebbe rappresentare un sacrificio economico, quasi una crociata piena di insidie? Occorre smetterla di nascondersi dietro a un dito: ragioni di equità e ragioni di opportunità rendono questi limiti controproducenti", ha concluso.

Quelle del Pnrr "sono risorse da spendere bene, proteggendole con rigore da illegalità, corruzione, e da un’evasione fiscale che da sola vale oltre 100 miliardi l’anno, riconoscendo che la cultura manageriale è una risorsa strategica per mettere la competenza al centro della gestione, sottolineando l’importanza che i dirigenti d’impresa siano chiamati a collaborare ai tavoli decisionali per l’attuazione del Pnrr" ha concluso, infine, il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, all'assemblea nazionale dell'associazione.

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