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Usa: "Iran pronto a attacco, difenderemo Israele"

La Casa Bianca a Teheran: "Non fatelo, non c'è motivo per scatenare una guerra"

Manifesti contro Israele in Iran
Manifesti contro Israele in Iran
27 agosto 2024 | 21.12
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Gli Stati Uniti ''sono pronti a difendere Israele se l'Iran dovesse attaccare''. E' il messaggio che la Casa Bianca invia a Teheran attraverso le parole di John Kirby, portavoce della sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti hanno chiarito la propria posizione in maniera perentoria nei contatti con l'Iran: ''Non farlo. Non c'è un motivo ragionevole per scatenare una guerra regionale'' è la missiva inviata a Teheran dopo l'uccisione, nella capitale della repubblica islamica, del leader di Hamas Ismail Haniyeh e in vista della più volte annunciata rappresaglia iraniana nei confronti di Israele.

L'Iran, tuttavia, sembra "pronto e in posizione" per lanciare un attacco a Israele, ha spiegato Kirby. Ma gli Stati Uniti hanno fortemente sollecitato l'Iran a non aggravare la situazione, poiché non vi è alcuna giustificazione per scatenare una guerra regionale, ha detto.

Intanto, l'inviato del presidente americano Joe Biden per il Medio Oriente, Brett McGurk, è arrivato a Doha dove nelle prossime ore riprenderà un nuovo round di negoziati per cercare du arrivare a un accordo di cessate il fuoco per Gaza e al rilascio degli ostaggi. McGurk ha incontrato il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani. Oltre che di Gaza, con lui ha discusso della visita del primo ministro del Qatar in Iran, come riporta Axios.

In un quadro ad altissima tensione, Israele appare in grado di lanciare un attacco preventivo contro potenziali minacce in Iran, Siria, Libano o Yemen. Lo scenario è stato delineato a Sky News Arabia una fonte militare a condizione di anonimato: tuttavia che una tale decisione spetta a livello politico.

Riguardo agli attacchi preventivi di Israele contro Hezbollah di domenica scorsa, la fonte ha affermato che la maggior parte degli obiettivi in Libano sono stati distrutti da 100 jet da combattimento. Sempre la stessa fonte ha espresso la convinzione che, entro la fine della guerra, il confine settentrionale di Israele sarà radicalmente diverso, con un numero maggiore di soldati e infrastrutture di sicurezza migliorate.

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