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Ucraina, Russia: "Nato ostacola negoziati". Zelensky: "Pronto a parlare con Putin"

Lavrov: "Usa e alleati hanno incoraggiato corso aggressivo anti-russo perseguito da autorità Kiev". Leader ucraino: "Rischio alto colloqui con Mosca possano fermarsi"

(Foto Afp)
(Foto Afp)
30 aprile 2022 | 07.18
LETTURA: 3 minuti

Guerra Ucraina-Russia, mentre Mosca accusa la Nato di ostacolare i negoziati con Kiev il leader ucraino Volodymir Zelensky si dice ancora pronto a parlare con il presidente russo Vladimir Putin nonostante le atrocità di Bucha, Mariupol e altre città. Secondo quanto riferito dalla Bbc, che cita media polacchi, Zelensky ha detto di essere pronto a incontrare Putin perché in Russia "un singolo decide tutto". "Se c'è una sola chance, dovremmo parlare", ha aggiunto.

Lavrov

Sergei Lavrov, che ieri aveva affermato che la Russia non è in guerra con la Nato, accusa Stati Uniti e Paesi della Nato di aver "sempre considerato" l'Ucraina come "uno degli strumenti per contenere la Russia", sostenendo che prima dell'invasione russa dell'Ucraina stessero "costringendo Kiev a una scelta fittizia e falsa: o con l'Occidente o con Mosca". In un'intervista all'agenzia ufficiale cinese Xinhua, secondo la trascrizione pubblicata sul sito web del ministero degli Esteri di Mosca, Lavrov punta il dito contro "i Paesi Nato" affermando che "stanno facendo di tutto per impedire" un cessate il fuoco con l'Ucraina, mentre la Russia è "favorevole al proseguimento dei colloqui, anche se non stanno andando bene", negoziati che prevedono - afferma - la "revoca delle sanzioni" con la "bozza di un eventuale trattato" che sarebbe oggetto delle discussioni quotidiane" tra le delegazioni.

"Negli ultimi anni - sostiene il ministro degli Esteri russo - Stati Uniti e alleati non hanno fatto nulla per fermare il conflitto intra-ucraino". "Hanno 'pompato' il regime di Kiev con armi" e "in generale portato avanti lo sviluppo politico-militare del territorio dell'Ucraina, hanno incoraggiato il corso aggressivo anti-russo perseguito dalle autorità di Kiev". Per Lavorv, la Russia non aveva "altra scelta che riconoscere le repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk", lanciare l' "operazione militare speciale" e - afferma - "ora stiamo assistendo alla manifestazione del classico 'doppio standard' e dell'ipocrisia dell'establishment occidentale".

"Manifestando pubblicamente sostegno al regime di Kiev, i Paesi Nato stanno facendo di tutto per impedire il completamento dell'operazione con la conclusione di accordi politici", incalza Lavrov che parla dell'invio di armi. "Tutto viene fatto con il pretesto di 'combattere l'invasione', ma in realtà Usa e Ue intendono combattere la Russia 'fino all'ultimo ucraino'", afferma ancora, sostenendo che se Usa e Nato sono "davvero interessati a risolvere la crisi ucraina" devono "smettere di fornire armi a Kiev".

Zelensky

C'è un "rischio alto" che i colloqui di pace tra l'Ucraina e la Russia possano fermarsi a causa delle atrocità perpetrate dalle forze di Mosca, ha premesso Zelensky. E' arrivata da lui la notizia della scoperta di un'altra fossa comune con 900 persone nell'oblast di Kiev. Centinaia i civili uccisi nella regione e, secondo quanto riportato da Kyev Independent, lo stesso Zelensky avrebbe detto ai media polacchi che circa 500mila ucraini sono stati deportati illegalmente in Russia.

In un video pubblicato sui social Zelensky ha ringraziato "gli Stati Uniti, il presidente Biden e il Congresso" per il programma di sostegno destinato al suo Paese, che ricalca quello "che ha aiutato notevolmente nella lotta contro i nazisti durante la Seconda guerra mondiale".

"Sono sicuro che aiuterà l'Ucraina e l'intero mondo libero a superare i successori ideologici dei nazisti, che hanno iniziato la guerra contro di noi", ha detto Zelensky, spiegando che gli aiuti sono la "prova concreta che la libertà sa ancora difendersi dalla tirannia".

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