Dai ceceni ad al Qaeda, la bomba associata ai terroristi
La bomba sporca, o arma radiologica, viene inizialmente associata, come minaccia, a formazioni non statuali, terroristi privi della tecnologia e della capacità di sviluppare testate nucleari. Non si tratta quindi di una arma "di distruzione di massa" ma, come si dice con un gioco di parole fra i due termini inglese destruction e disruption, di "disturbo di massa". Una bomba sporca è infatti un ordigno esplosivo convenzionale a cui è stato aggiunto materiale radioattivo. Nessuna fissione, nessuna reazione a catena, quindi, nessuna moltiplicazione dell'effetto esplosivo, ma solo diffusione del materiale radioattivo nell'ambiente, ma per pochi chilometri.
Il materiale radioattivo usato in una bomba sporca, scrive il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie Usa, "non crea sufficiente esposizione alle radiazioni per causare problemi di salute gravi immediati, eccetto che per chi si trova immediatamente nelle vicinanze dell'esplosione". Sono la polvere e il fumo radioattivi diffusi a creare problemi per la salute, se inalati.
Si è parlato di 'bomba sporca' dopo l'arresto all'aeroporto di Chicago, nel 2002, del terrorista di al Qaeda José Padilla, accusato di aver cercato di sviluppare tali ordigni da fare esplodere a Washington. Ma di quanto fosse facile acquisire materiali radioattivi, e quindi di produrre tali ordigni, si sapeva sin dal settembre del 1987, da quando cioè un operaio di una discarica di Goiaina, in Brasile, trova un contenitore metallico proveniente da un reparto di radioterapia appena gettato. All'interno, trova una polvere blu brillante, senza sapere che si trattava di cesio radioattivo. Il tubo passa di mano in mano: 200 persone sono esposte al cesio. Quattro muoiono, fra loro una bimba di sei anni.
Prima di al Qaeda erano stati i ceceni a minacciare l'uso di materiale radioattivo. A novembre del 1995, un gruppo di ribelli ceceni rivendica di essere in grado di costruire un ordigno sporco. Avvertono la stampa di averlo nascosto al parco Islmailovsky di Mosca, dove poi viene trovato un contenitore di cesio. Saranno poi effettuate, in Cecenia, altre scoperte di materiale radioattivo conservato da milizie separatiste.
Le regole per limitare i danni di una eventuale esplosione sono semplici: per chi si trova all'estero e vicino all'incidente, è necessario coprire naso e bocca con uno straccio per ridurre il rischio di respirate elementi radioattivi. Non toccare nulla proveniente dalla zona dell'esplosione. Entrare velocemente in un edificio con porte e finestre non danneggiate. Togliere tutti i vestiti e lo straccio con cui ci si è protetti naso e bocca, vale a dire eliminare il 90 per cento delle radiazioni. Lavare corpo e capelli.