Romizi (Isde): "Quelli immediati si hanno solo in caso di contaminazione importante in fase acuta. Abbastanza scettico"
Sindrome da radiazione dei soldati russi nell'area della centrale di Chernobyl in Ucraina: in assenza di protezioni adeguate e del rispetto delle norme di sicurezza "si può rischiare nel breve delle lesioni soprattutto a livello delle mucose intestinali, nasali e della bocca, con emorragie, bisogna essere in presenza di una contaminazione importante che in tempi medi può portare anche a leucemie acute. Ma io sono abbastanza scettico su questa possibilità. La contaminazione dopo tutti questi anni è diminuita". Così all'AdnKronos Roberto Romizi, presidente dell'Isde, l'associazione medici per l'ambiente.
Questi soldati "potrebbero più che altro presentare gli effetti della contaminazione tra qualche mese o anche qualche anno con problemi cardiaci e midollari", mentre gli effetti acuti, che si vedono subito, "si hanno a fronte di una contaminazione importante", spiega Romizi per il quale però il rischio acuto "è abbastanza remoto, ci potrebbe essere invece quello remoto perché soprattutto i radionuclidi come lo stronzio e il cesio si accumulano anche per anni. Il cesio può dare una cardiopatia grave e lo stronzio va a incidere sul midollo e quindi su malattie del sistema ematologico. Complessivamente tutte la radiazioni danno problemi midollari e questa è la cosa più grave. Quello dello iodio è un problema più marginale, più che altro nella fase acuta perché poi la contaminazione negativa da iodio diminuisce rapidamente".
"La radioattività non è dovuta al sarcofago del reattore di Chernobyl, ma al fatto che questo esercito russo è impreparato e non professionale - dice all'AdnKronos Maurizio Martellini, fisico nucleare, professore all'Università dell'Insubria presso il Dipartimento di Scienza e alta tecnologia (Disat) - Il movimento dei mezzi pesanti, tank e tutto il resto, nella zona di esclusione di Chernobyl e l'idea idiota di far scavare trincee in quella zona di esclusione, ha mosso una notevole quantità di pulviscolo radioattivo. I soldati non avevano tute di protezione individuale (personal protection equipment) e quindi sono stati contaminati e rimossi dalla zona di esclusione".
Insomma, quella della contaminazione dei soldati russi presenti nell'area è una "non notizia" e comunque "totalmente irrilevante rispetto all'enorme contaminazione ambientale dovuta ai giornalieri bombardamenti russi".