Nessun accordo dopo una riunione di quattro ore. Il ministro degli Esteri russo: "La Russia, però, giudicherà le intenzioni dell'Europa dalle sue azioni"
Ancora nessuno stop al petrolio della Russia. Nonostante la riunione del Coreper sia durata più di quattro ore, gli Stati membri dell'Ue non hanno ancora trovato un accordo sul sesto pacchetto di sanzioni per la Russia. "Stiamo ancora lavorando sulla questione", informa un alto funzionario Ue, alla vigilia del Consiglio Europeo straordinario che si riunirà a partire da oggi pomeriggio per parlare della guerra in Ucraina, dell'energia, della sicurezza e della difesa e della crisi alimentare provocata dal conflitto e dall'impossibilità di esportare cereali dal porto di Odessa. Un'altra riunione del Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti presso l'Ue, è prevista per domattina e per il martedì successivo.
Il sesto pacchetto è rimasto finora bloccato a causa del veto dell'Ungheria, ma in questi ultimi giorni ci sono state intense consultazioni tra le capitali con l'obiettivo di arrivare a sbloccarlo e approvarlo definitivamente.
Nei giorni scorsi il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha criticato l'Unione europea per non aver ancora applicato il sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca, sostenendo che la Russia riceve quasi un miliardo di euro al giorno dagli europei per l'approvvigionamento energetico. "Certo, ringrazio i nostri amici che stanno promuovendo nuove sanzioni. Ma dove ha preso così tanto potere chi blocca il sesto pacchetto?", ha dichiarato Zelensky, riferendosi in particolare all'Ungheria, tra i principali oppositori alle sanzioni sul greggio russo. Budapest ritiene che nella proposta della Commissione europea ci siano ancora dettagli chiave da definire.
Lavrov
Dal canto suo, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha fatto sapere che non ritiene che le porte del dialogo con l'Occidente siano chiuse. La Russia giudicherà le intenzioni dell'Europa in base alle sue azioni, ha aggiunto in un'intervista al canale televisivo francese TF1. "Non intendiamo dire che le porte della ripresa del dialogo siano chiuse. Ma giudicheremo le intenzioni dell'Europa solo da azioni concrete. Abbiamo imparato la lezione. In questo senso la situazione è cambiata rispetto alla fine della Guerra Fredda", ha detto Lavrov.
"All'epoca - continua - si parlava molto di valori umani universali, del futuro condiviso dell'Europa dall'Atlantico all'Oceano Pacifico. Erano parole nobili. Ma non appena si è trattato di fare dei passi concreti e di tradurre quegli slogan in azioni, l'Europa ha dimostrato riluttanza".