Per il leader Usa Mosca non userà l'arma nucleare ma il leader del Cremlino risponde con il ricatto alimentare dell'accordo sul grano
La guerra in Ucraina si gioca anche sul filo dei nervi. Lo sa bene il presidente degli Stati Uniti Joe Biden quando da Helsinki, dove l'Alleanza Atlantica ha da poco piantato una nuova bandiera, afferma che "Putin ha già perso". Ma il presidente russo non ci sta a fare la parte del topo messo all'angolo (e questo, visto l'aneddoto del ratto che senza via di fuga morde che lo 'Zar' ama raccontare, potrebbe paradossalmente essere un buon segno): "L'invio di nuove armi a Kiev provocherà un'escalation del conflitto" e i carri armati forniti dall'Occidente saranno "un obiettivo prioritario", tuona.
Ma gli Usa non si fanno intimidire. Se Biden dice quel che dice è su basi che Washington reputa solide: "Primo - spiega il Presidente - non credo che i russi possano sostenere una guerra per sempre, non hanno le risorse. Secondo, ci saranno circostanze che potranno spingere Vladimir Putin a decidere che non è interesse della Russia continuare". E ultimo, ma non ultimo, la Casa Bianca tende a spuntare la freccia più velenosa che Putin ha al suo arco, quella atomica: "Non c'è una reale prospettiva - sostiene Biden - di uso di armi nucleari da parte di Putin. La Cina ed il resto del mondo hanno detto non farlo".
Ma il leader del Cremlino ricorda che è anche un'altra l'arma di cui dispone: quella del ricatto alimentare. Putin ricorda infatti che ci sono ancora alcuni giorni per pensare se rinnovare l'accordo per le esportazioni di grano dall'Ucraina attraverso il Mar Nero. "Una delle opzioni è quella che vengano rispettati gli impegni presi (Mosca lamenta che non sono state sbloccate le esportazioni di fertilizzanti russi, ndr) e poi noi garantiremo la nostra partecipazione", le parole del leader del Cremlino. "Se tutti gli attori ci confermano che quanto ci promettono sarà mantenuto - assicura però Putin - allora aderiremo immediatamente all'accordo", in scadenza il 17 di questo mese.