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Storico Finkel: "Dare armi a Kiev non credo possa portare a guerra con Occidente"

"Con una ‘no-fly zone’ o un intervento più diretto la storia sarebbe diversa. Non vedo questa guerra come una specie di anomala Terza Guerra Mondiale"

 - Militari ucraini (Afp)
- Militari ucraini (Afp)
27 aprile 2022 | 12.29
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“Se si guarda a cosa dicono i media statali russi e alle discussioni delle élite russe, si capisce che sono già convinti di essere in guerra con la Nato. In effetti, erano convinti, anche prima dell'inizio dell'invasione, che l'Ucraina sia solo uno strumento dell'Occidente/Nato che deve essere distrutto. Eppure, non vedo volare aerei russi o missili sopra la mia testa, qui a Bologna". Lo dice all’Adnkronos Eugene Finkel, storico e politologo della School of Advanced International Studies Johns Hopkins University, rispondendo alla domanda se, a causa delle forniture all'Ucraina di armi o di soldi per il loro acquisto, sia da parte dei Paesi che fanno parte della Nato, sia di altri che non ne fanno parte, siamo anche noi parte attiva nella guerra, in qualche modo belligeranti contro la Russia.

"Almeno fino ad oggi - afferma - non credo che fornire armi all'Ucraina porterebbe li Paesi della Nato in una vera guerra contro la Russia. Con una ‘no-fly zone’ o un intervento più diretto la storia sarebbe diversa. Non vedo la guerra come una specie di anomala Terza Guerra Mondiale. Qual è la coalizione russa in questa guerra? La Cina - conclude - potrebbe sostenere l'obiettivo generale della Russia di indebolire la Nato e l'Occidente non si fa coinvolgere e si tiene a distanza".

(di Cristiano Camera)

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