E' stato scarcerato la scorsa notte Jean Claude Romand, il falso medico che sterminò la sua famiglia pur di non confessare una vita di bugie. Condannato all'ergastolo, Romand ha scontato 26 anni. Ora vivrà in un'abbazia vicino Poitiers, dove dovrà indossare un braccialetto elettronico. Poi raccontata nel libro "L'avversario" di Emmanuel Carrere, la vicenda del falso medico aveva sconvolto la Francia. Per oltre 15 anni, Romand aveva ingannato parenti e amici, fingendo di essersi laureato in medicina e di avere un importante incarico all'Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra.
Sposato, con due bambini, viveva in una villetta nella cittadina francese di Prévessin-Moens da cui usciva tutte le mattine raccontando di andare a lavorare in Svizzera. In realtà Romand passava le sue giornate leggendo in macchina o passeggiando nei boschi. A volte arricchiva la finzione fingendo viaggi all'estero, da cui riportava ricordini comprati all'aeroporto di Ginevra. Per mantenersi, il falso medico si era fatto affidare i risparmi di familiari e amici, che diceva di aver piazzato in banche svizzere. All'inizio del 1993 Romand ha capito che rischiava di essere scoperto. Pur di non raccontare la verità, il 9 gennaio ha ucciso nel sonno i suoi familiari in casa: la moglie Florence con una bastonata in testa e i due figli Caroline, 7 anni, e Antoine, 5, con un colpo di fucile. Poi si è recato a pranzo dai genitori Aimé e Anne -Marie e li ha uccisi entrambi con il fucile, senza risparmiare nemmeno il cane.
Infine Romand è partito per Parigi dove aveva appuntamento con l'amante Chantal Delalande a cui aveva raccontato che erano invitati a cena dal fondatore di Medici senza frontiere, Bernard Kouchner. Ma il goffo tentativo di strangolare la donna, fallisce. Romand chiede perdono dicendo di essere gravemente malato. Tornato a casa, il 10 gennaio ingoia dei barbiturici e appicca il fuoco alla villetta. Il falso medico viene però salvato dai pompieri e le bugie di una vita vengono scoperte con poche verifiche della polizia. Condannato all'ergastolo nel 1996, già nel 2015 avrebbe potuto chiedere la libertà provvisoria. Romand, che in tutti questi anni è stato un detenuto modello e ha mostrato grande fervore religioso, ha però aspettato fino all'anno scorso per chiedere la scarcerazione, che gli è stata concessa il 25 aprile.
Oggi 65enne, Romand dovrà risiedere nell'abbazia di Fontgombault, dove vivono 60 monaci benedettini e la messa viene celebrata in latino. Per due anni dovrà portare un braccialetto elettronico, mentre per i dieci successivi sarà ancora sottoposto a misure di controllo e assistenza medica. Non potrà in alcun modo recarsi nei luoghi legati alla sua vicenda, entrare in contatto con le vittime e la parti civili o parlare con i media. Intervistato da France Info, Emmanuel Crollet, fratello di Florence, si è detto "annichilito" dalla notizia della liberazione del cognato, dicendosi convinto che Romand abbia continuato a comportarsi come un "manipolatore" anche in carcere.