La nave Virginio Fasan della Marina militare ha intercettato al largo della Somalia e sottoposto a fermo un gruppo di sei persone sospettate di atti di pirateria. I sei, tutti di nazionalità somala, a bordo di due piccole imbarcazioni, avevano tentato l’abbordaggio nei giorni precedenti di un portacontainer e di un peschereccio d’altura, battenti rispettivamente bandiera Panamense e delle Seychelles. Il fermo è stato effettuato nei giorni scorsi nell'Oceano Indiano a circa 320 miglia nautiche a sud-est delle coste somale all’altezza della città di Mogadiscio.
L’azione, diretta dal Comandante in mare dell’Operazione EU NAVFOR Somalia - Atalanta, Contrammiraglio Fabio Gregori imbarcato su Nave Virginio Fasan, ha visto l’intervento congiunto della fregata italiana, con l’elicottero di bordo e il team della Brigata Marina San Marco, oltre che di un aereo da pattugliamento marittimo spagnolo appartenente alle forze europee dell’Operazione Atalanta.
In particolare, Nave Fasan si trovava il 17 novembre in pattugliamento a circa 60 miglia nautiche dalla costa sud della Somalia, quando ha ricevuto informazioni su un attacco di pirateria al portacontainer. L’unità militare si è diretta quindi alla massima velocità verso la posizione dell’evento, mentre veniva ordinato all’aereo da pattugliamento spagnolo di sorvolare la stessa zona di mare per effettuare una ricerca approfondita nell'area.
L'equipaggio dello stesso velivolo, la mattina del 18 novembre, ha avuto notizia che un peschereccio era stato attaccato da un gruppo di pirati armati. Intensificando le ricerche in area, la sera stessa, spiegano allo Stato Maggiore della Difesa, "l’elicottero di bordo di Nave Fasan è riuscito ad identificare due piccole imbarcazioni in una posizione coerente e correlabile con quella degli avvenuti attacchi".
Nella mattinata di ieri l'unità militare italiana "ha abbordato alcuni barchini per effettuare l’ispezione del personale e del carico. Gli elementi caratteristici riscontrati durante l’ispezione delle imbarcazioni hanno permesso di riconoscere quest’ultime come le imbarcazioni responsabili degli attacchi alle unità mercantili. Ciò è stato possibile anche grazie alle informazioni fotografiche e alle testimonianze fornite dagli equipaggi delle stesse".
"Queste evidenze, unite all’infondatezza e alla incoerenza di alcune informazioni fornite dai sei sospettati durante l’ispezione, ha portato il Comandante di Nave Fasan, C.F. Sebastiano Rossitto, a procedere al fermo degli equipaggi. In seguito al fermo - concludono allo Stato Maggiore della Difesa - i sospetti pirati sono stati portati a bordo della fregata Virginio Fasan in attesa che si concludano ulteriori accertamenti allo scopo di confermare la possibilità di perseguirli legalmente in virtù degli accordi internazionali esistenti in materia tra l’Unione Europea e gli Stati costieri maggiormente attivi nel contrasto al fenomeno della pirateria".