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Russia, giornalista Usa Gershkovich condannato a 16 anni di carcere per spionaggio

Dovrà scontare la pena in una colonia penale di massima sicurezza. Wall Street Journal: "Condanna è una vergogna"

Evan Gershkovich (Afp)
Evan Gershkovich (Afp)
19 luglio 2024 | 14.33
LETTURA: 2 minuti

Il giornalista americano del Wall Street Journal Evan Gershkovich è stato condannato a 16 anni di carcere per spionaggio al termine di un processo a porte chiuse che si è svolto in tempi record presso il tribunale regionale di Sverdlovsk a Ekaterinburg. La prima udienza si era svolta lo scorso 26 giugno. L'accusa questa mattina aveva chiesto una condanna a 18 anni.

L'arresto e l'accusa

Gershkovich, che ha 32 anni, era stato arrestato a Ekaterinburg, dove si trovava per lavoro, nel marzo dello scorso anno. E' stato accusato di aver raccolto, su mandato della Cia, informazioni sulla Uralvagonzavod di Nizhny Tagil, fabbrica di carri armati. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aveva denunciato l'esistenza di "prove irrefutabili" della colpevolezza del giornalista, prove che nessuno ha mai esibito e che, come hanno notato in molti, non lo saranno mai. Sempre Lavrov aveva confermato che erano in corso fra Usa e Russia negoziati per lo scambio di detenuti.

Il processo a carico di Gershkovich, che si è svolto in sole tre udienze, il 26 giugno, ieri e oggi, si è concluso con una sua condanna a 16 anni di carcere da scontare in una colonia penale di massima sicurezza. Il giudice che ha presieduto il caso, Andrei Mineev, ha ricordato, nella sua sentenza, che il giornalista americano non ha ammesso la sua colpevolezza, "ma l'insieme delle prove presentate in aula è stato sufficiente per pronunciare il verdetto di colpevolezza".

Il Wall Street Journal ha definito la condanna, che può aprire la strada a uno scambio di detenuti fra Usa e Stati Uniti, scambio fino ad ora condizionato da Mosca alla condanna dell'imputato, una "vergogna".

Biden: "Spingiamo per rilascio Gershkovich"

''Stiamo spingendo per il rilascio di Evan e continueremo a farlo", ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Il reporter è stato condannato ''senza aver commesso alcun crimine'', ha sottolineato Biden in una nota diffusa dalla Casa Bianca, perché ''il giornalismo non è un crimine'' e ''non ci sono dubbi che la Russia stia detenendo illegalmente Evan''.

Ed ha aggiunto: ''Continueremo a stare dalla parte della libertà di stampa in Russia e nel mondo e contro coloro che cercano di attaccare i media e i giornalisti. Dal primo giorno della mia amministrazione, la priorità è stata cercare il rilascio di Evan, Paul Whelan e di tutti gli americani ingiustamente detenuti all'estero".

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