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Rivolta Wagner, "Putin avvertito in anticipo ma non fece nulla": retroscena 007

A scriverlo oggi è il Washington Post, che cita fonti d'intelligence ucraine ed europee

(Afp)
(Afp)
25 luglio 2023 | 18.02
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Il presidente russo Vladimir Putin fu avvertito dai servizi di sicurezza "almeno due o tre giorni prima" di una possibile rivolta della Wagner, ma non fece nulla per contrastarla, limitandosi "a rafforzare la sicurezza in diversi luoghi strategici, compreso il Cremlino, dove è stata rafforzata la guardia presidenziale e sono state distribuite più armi". A scriverlo oggi è il Washington Post, che cita fonti d'intelligence ucraine ed europee.

"Putin ha avuto il tempo di prendere la decisione di liquidare (la ribellione) e arrestare gli organizzatori", nota una fonte europea. "Poi quando è iniziata ad accadere, c'è stata una paralisi a tutti i livelli. C'erano sgomento e confusione assoluti. Per molto tempo non sapevano come reagire", ha aggiunto la fonte, riferendosi alla giornata del 24 giugno quando Putin è apparso come paralizzato e incapace di prendere decisioni.

Quel giorno, privi di chiare direttive, i capi militari e della sicurezza a livello locale non hanno fatto nulla per fermare l'avanzata dei mercenari Wagner verso Mosca. La situazione era tale che qualcuno di questi capi credeva che la rivolta godesse di qualche forma di accordo con il Cremlino.

"Le autorità locali non hanno ricevuto ordini dalla leadership - afferma una fonte ucraina - dal nostro punto di vista si tratta del maggior segno della situazione insana della Russia. Il sistema autoritario fa sì che senza un chiaro comando della leadership le persone non facciano nulla".

Secondo Gennady Gurkov, ex colonnello della sicurezza russa ora diventato un esponente dell'opposizione in esilio, "Putin ha dimostrato di non essere capace di prendere decisioni serie, rapide e importanti in situazioni critiche. Questo non è stato capito dalla maggior parte della popolazione russa. Ma è stato ben compreso dall'elite. Lui non è più garante della loro sicurezza e della preservazione del sistema". "La Russia è un Paese di regole mafiose - aggiunge un finanziere russo legato ai servizi - Putin ha commesso un errore imperdonabile. Ha perso la sua reputazione di uomo più duro della città".

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