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Nato, Stoltenberg: "Pace mai scontata, ma non vediamo minacce imminenti"

Il segretario generale sulla potenziale minaccia nucleare russa ai satelliti Usa: "Alleanza continua ad assicurare che non ci sia spazio per calcoli sbagliati a Mosca sulla nostra prontezza a proteggere tutti"

Nato - Afp
Nato - Afp
15 febbraio 2024 | 17.25
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"Non possiamo mai dare la pace per scontata, ma non vediamo minacce militari imminenti per l'Alleanza". Lo ribadisce il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in conferenza stampa al termine della ministeriale Difesa a Bruxelles. La Nato, aggiunge, "continua ad assicurare che non ci sia spazio per calcoli sbagliati a Mosca sulla nostra prontezza a proteggere tutti gli alleati".

Alla domanda specifica sulla ventilata minaccia nucleare russa nei confronti dei sistemi satellitari Usa, Stoltenberg ha risposto che non intende commentare nello specifico, ma "quello che posso dire è che nella Nato ci scambiamo costantemente intelligence tra gli alleati e naturalmente monitoriamo tutte le potenziali minacce da tutte le direzioni. Non ho nient'altro da dire su questo".

Nella Nato, spiega ancora Stoltenberg, "siamo 31 nazioni democratiche, su entrambe le sponde dell'Atlantico e, da quando esiste l'Alleanza, ci sono sempre state visioni diverse e discussioni sulla Nato tra gli alleati", ma "se guardiamo ai sondaggi d'opinione, vediamo un livello record di sostegno" per l'Alleanza "sia in Nordamerica, negli Usa e in Canada, sia in Europa".

"Confido - aggiunge - che la Nato resterà l'alleanza più forte e di maggior successo nella storia e mi aspetto che gli Stati Uniti d'America continuino ad essere un alleato fedele". Questo, continua, per "almeno tre ragioni. In primo luogo, è nell'interesse della sicurezza nazionale degli Usa avere una Nato forte. In secondo luogo, esiste effettivamente un sostegno bipartisan alla Nato negli Stati Uniti. In terzo luogo, le critiche negli Stati Uniti non sono principalmente contro la Nato, ma contro gli alleati che non spendono abbastanza per la Nato".

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I ministri della Difesa riuniti oggi a Bruxelles, serrano dunque le fila di fronte agli attacchi di Donald Trump che ha affermato che, con lui di nuovo alla Casa Bianca, gli Stati Uniti non difenderebbero i Paesi membri che non hanno rispettato gli impegni di spesa per la Difesa. Prima dell'inizio della riunione oggi, il segretario Stoltenberg ha ricordato che l'articolo 5 dell'Alleanza sulla difesa collettiva è "il nucleo centrale" dell'associazione e deve "essere applicato a tutti i suoi alleati".

Prima della riunione di oggi, incentrata proprio sulla questione della spesa militare e dell'Ucraina, il ministro della difesa estone, Hanno Pevkur, ha ribadito l'importanza di dedicare il 2% del Pil alla spesa militare, insistendo, in risposta alle parole dell'ex presidente americano, sul fatto che l'Europa ha le capacità di difendere il suo territorio e che se un alleato subisce un attacco deve poter contare sugli altri membri della Nato.

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Il ministro del Paese confinante con la Russia poi ha fatto un riferimento alla minaccia costituita da Mosca non solo per Kiev: "La Russia ha più truppe di quando ha iniziato la guerra in Ucraina e dedica il 30% alla spesa militare, la Nato deve rispondere a questo".

La ministra del Lussemburgo, Yuriko Backes, ha sottolineato l'importanza di mantenere "l'unità e la solidarietà" tra gli alleati ed assicurato che il suo Paese sta lavorando su "una road map" per arrivare al 2% della spesa militare. "Siamo affidabili e ci arriveremo", ha aggiunto parlando dell'obiettivo, il ministro del Paese dell'Alleanza che la minore spesa militare.

Il ministro britannico, Grant Shapps, ha lodato il fatto che sempre più alleati stanno rispettando gli impegni di spesa, sottolineando che il suo aumento è "il miglior modo di mantenere sicura" la Nato di fronte alle minacce militare. Riguardo alla situazione in Ucraina, Shapps ha insistito sul fatto che "le nazioni civilizzate" debbano dare un sostegno sufficiente all'Ucraina, e che è "inconcepibile" che "non si vada a vincere" la guerra con la Russia.

Sulla stessa linea, il ministro della Difesa lettone, Andris Spruds, enfatizzando la necessità di mantenere l'appoggio a Kiev e coordinare l'attività industriale per raggiungere l'obiettivo di fornire un milione di proiettili di artiglieria all'Ucraina entro la fine del 2024.

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