Il discorso del neo presidente Usa
"Dobbiamo mettere fine a questa guerra incivile che mette rosso contro blu, conservatori contro liberal". Perché "senza unità, non c'è pace, solo amarezza e furia, non c'e' nazione, solo uno stato di caos". E' stato questo il potente appello "ad un nuovo inizio" e all'unità rivolto da Joe Biden all'America nel suo discorso di insediamento pronunciato sulla scalinata del Congresso che due settimane fa sono state prese d'assalto dai sostenitori di Donald Trump che hanno attaccato il Congresso nel tentativo di bloccare la ratifica dell'elezione del democratico.
Nel suo discorso di 21 minuti il 46esimo presidente degli Stati Uniti ha sottolineato come il suo insediamento avvenga nel "periodo più difficile" per il Paese che si trova ad affrontare una "pandemia che ha fatto più morti in un anno che in tutta la Seconda Guerra Mondiale", la conseguente crisi economica, le tensioni razziali e le profonde divisioni politiche, insieme agli effetti dei cambiamenti climatici.
"Poche persone nella storia della nostra nazione hanno affrontato un periodo di sfide maggiore del nostro", ha detto Biden riconoscendo che con lui l'America avrà molto da "riparare, restaurare, sanare e costruire". "Per superare queste sfide - ha aggiunto - per restaurare l'anima e garantire il futuro dell'America, abbiamo bisogno molto di più che di parole: abbiamo bisogno della cosa più difficile in una democrazia: l'unità".
Il 46esimo presidente ha insisto molto sulla necessità di superare la politica della divisione e dell'odio sfociata nell'attacco al Congresso: "dobbiamo vederci non come avversari, ma come vicini, dobbiamo trattarci con dignità e rispetto - ha affermato - dobbiamo unire le forze, smettere di gridare ed abbassare la temperatura".
Biden non ha mai nominato direttamente Donald Trump - che contravvenendo alla tradizione non ha partecipato all'insediamento del suo successore - ma più volte nel discorso è stato evidente che si riferisse a lui, come quando ha chiesto all'America di "rifiutare la cultura in cui i fatti sono manipolati, se non creati ad arte".
Ed ancora in un altro passaggio ha sottolineato come "le settimane ed i mesi recenti ci hanno insegnato una dolorosa verità: c'e' la verità e ci sono le menzogne, menzogne dette per il potere e il profitto. E ognuno di noi ha una responsabilità ed un dovere come cittadini, americani e soprattutto i leader, di onorare la nostra Costituzione e proteggere la nostra nazione. Per difendere la verità e sconfiggere le menzogne".
Non poteva mancare poi un riferimento all'attacco del 6 gennaio, all'attacco al Congresso, ma per sottolineare come "la democrazia che è preziosa, fragile abbia prevalso". "In questo luogo sacro, dove solo qualche giorno fa la violenza ha cercato di smuovere le stesse fondamenta del Congresso, ci siamo riuniti come una nazione, di fronte a Dio, indivisibile, per attuare il pacifico trasferimento dei poteri", ha detto.
E, nel giorno in cui i democratici prendono il controllo dell'intero Congresso, l'ex senatore ha rivolto un chiaro appello al dialogo ai repubblicani chiedendo appunto di mettere fine "alla guerra incivile, per iniziare ad ascoltaci tra di noi, mostrare rispetto, ogni disaccordo non deve essere motivo di una guerra totale". "Ascoltatemi, se ancora siete in disaccordo, va bene, questa è la democrazia, questa è l'America", ha concluso.
Per quanto riguarda la politica estera, Biden ha voluto rivolgere "un messaggio a chi sta fuori dai nostri confini: l'America è stata messa alla prova e ne è uscita più forte, noi ripareremo le nostre alleanze e ci impegneremo di nuovo nel mondo" ha detto con un chiaro ripudio del nazionalismo e dell'isolazionismo di Trump. "Noi guideremo non solo con l'esempio del nostro potere ma anche con il potere del nostro esempio - ha aggiunto - e noi saremo partner forti e affidabili per la pace, il progresso e la sicurezza".