"Avrete visto che abbiamo detto che tutte le informazioni che abbiamo e le prove indicano la direzione di armi chimiche effettivamente usate durante il fine settimana". Così Maja Kocijancic, portavoce per gli Affari esteri della Commissione europea rispondendo ai cronisti durante un briefing con la stampa a Bruxelles.
In un'intervista a Tf1 Emmanuel Macron aveva detto sostanzialmente la stessa cosa: "Abbiamo le prove che armi chimiche, quanto meno cloro, sono state utilizzate dal regime di Bashar al Assad". Il presidente francese ha poi ribadito di essere in contatto quasi quotidiano con Donald Trump e sottolineato che vi saranno "delle decisioni da prendere nei tempi desiderati, quando questo sarà più utile e più efficace". Macron ha spiegato che francesi e americani "stanno lavorando insieme a stretto contatto e noi abbiamo decisioni da prendere, nel momento che noi scegliamo, quando noi consideriamo sia più utile ed efficace". Alla domanda se verranno presi di mira da raid impianti siriani che producono armi chimiche, il presidente francese ha risposto che "quando decideremo dovremo verificare tutte le informazioni".
TRUMP FA MARCIA INDIETRO- Arriva intanto la marcia indietro di Donald Trump. "Non ho mai detto quando ci sarebbe stato un attacco contro la Siria. Potrebbe essere molto presto o potrebbe non essere affatto così presto", ha scritto su Twitter il presidente degli Stati Uniti, che ieri aveva detto invece alla Russia di tenersi pronta al lancio di "missili belli e intelligenti" contro la Siria. "In ogni caso - ha continuato Trump, che lunedì scorso aveva tra l'altro annunciato "decisioni importanti entro 24-48 ore" - gli Stati Uniti, sotto la mia amministrazione, hanno fatto un lavoro enorme per liberare la regione dall'Is. Dov'è il vostro 'Grazie America?'".
LA POSIZIONE DELLA RUSSIA - Il Cremlino chiede che siano evitati passi che possano provocare una escalation della tensione in Siria a causa dell'influenza distruttiva che rischiano di avere sull'intero processo per una soluzione della crisi. Il portavoce del Cremlino ribadisce, citato dall'agenzia Interfax, il senso delle parole pronunciate ieri da Vladimir Putin e conferma che il canale di comunicazioni militari, per la prevenzione di incidenti, fra Russia e Stati Uniti rimane aperto. Ma non sono in programma contatti diretti telefonici fra Donald Trump e Vladimir Putin.
LONDRA SPOSTA I SOTTOMARINI - La premier britannica Theresa May ha ordinato di spostare i sottomarini nel raggio d'azione missilistico della Siria per un'eventuale azione contro il regime di Bashar Al-Assad che "potrebbe iniziare già giovedì notte". A riferirlo è il Daily Telegraph, aggiungendo che May ha convocato per oggi una riunione di gabinetto di emergenza.
NO DI BERLINO A RAID - Il governo tedesco ha invece reso noto che non prenderà parte a eventuali raid militari in Siria. Ad affermarlo è stata la cancelliera Angela Merkel. La Germania tuttavia, ha aggiunto Merkel durante una conferenza stampa a Berlino, "vuole assicurarsi che ogni sforzo venga fatto per dimostrare che questo attacco con armi chimiche non è accettabile".