Tensioni nelle ultime ore ai valichi di frontiera con la Serbia
Il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, ha annunciato che chiederà alla Nato di consentire all'esercito e alla polizia serba di dispiegare le sue forze in Kosovo a causa delle tensioni che stanno crescendo nelle ultime ore ai valichi di frontiera con la Serbia. Questa richiesta arriva dopo l'annuncio da parte del Kosovo del rinvio di elezioni locali, previste in quattro municipalità a maggioranza serba il prossimo 18 dicembre, per tentare di disinnescare le tensioni che si stanno registrando tra i due gruppi etnici e stanno portando ad un ulteriore deterioramento delle relazioni con la Serbia.
Sebbene il presidente "non si illuda" sulla possibilità che la Nato accetti un tale dispiegamento di forze, Vucic ha difeso il diritto della Serbia di avanzare questa richiesta e ha criticato il margine di manovra di cui godono le autorità che hanno dichiarato di voler presentare questo mese la domanda di adesione all'Unione Europea.
Vuvic invierà al comandante della Kfor, in conformità con una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di poter dispiegare fino a 1.000 militari, polizia e personale doganale nei siti religiosi cristiani ortodossi, nelle aree a maggioranza serba e nei valichi di frontiera. "Non ci illudiamo che accetteranno; troveranno innumerevoli motivi per dirci che la Kfor ha il controllo della situazione. Quindi quello che faremo è cercare nuove vie legali", ha detto Vucic.
Il presidente ha annunciato l'invio di una lettera ai capi di Stato e di governo dei Paesi dell'Ue (Slovacchia, Grecia, Spagna, Romania e Cipro) che non riconoscono l'indipendenza del Kosovo per chiedere di fare tutto il possibile per bloccare gli sforzi di adesione kosovara. La Serbia non ha mai riconosciuto l'indipendenza autoproclamata dal Kosovo nel 2008.