Scontri senza precedenti sono scoppiati oggi al Muro del pianto a Gerusalemme fra ebrei ultraortodossi e non. Tutto è cominciato quando un corteo di circa 200 rabbini e fedeli dell'ebraismo Riformista e Conservatore, assieme ad attiviste del gruppo "donne del muro", si è diretto verso il luogo sacro. Scopo della marcia, a cui partecipavano anche leader ebraici venuti dall'estero per una riunione dell'Agenzia Ebraica, era ribadire la richiesta di un luogo paritario dove donne e uomini possano pregare assieme davanti al Muro del pianto.
Ma gli ultraortodossi presenti hanno aggredito fisicamente i partecipanti alla marcia, con botte e spintoni, tanto che il sito di Haaretz ha parlato di "scene di pandemonio e di una violenza senza precedenti". Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha poi stigmatizzato la marcia, accusando gli organizzatori di una "rottura unilaterale dello status quo" al Muro del pianto che "mina i nostri sforzi di trovare un compromesso".
All'origine dello scontro vi è la mancata applicazione del compromesso deciso il 31 gennaio dal governo israeliano per la costruzione di un'area per preghiere paritarie. L'area non è mai stata realizzata su pressione dei partiti ultraortodossi che fanno parte del governo Netanyahu.