Israele: "Ucciso capo Hamas responsabile per attacchi con missili anticarro". Ostaggi in cambio di tregua: si tratta. Onu: "Crimini guerra commessi sia da Hamas sia da Israele”
I militari israeliani sono riusciti a prendere il controllo di una "roccaforte" di Hamas nella zona di Jabalya secondo le ultime news di oggi 9 novembre. E mentre hanno riaperto la strada verso il sud di Gaza per consentire ai civili di lasciare nord della Striscia, le forze israeliane (Idf) hanno annunciato anche l'uccisione di un comandante di Hamas ritenuto responsabile per attacchi con missili anticarro. Nel frattempo funzionari e diplomatici stanno negoziando un cessate il fuoco della durata di alcuni giorni a Gaza in cambio del rilascio di ostaggi, tra cui bambini, donne, anziani e malati.
Secondo quanto scrive il Guardian, le trattative includono la possibilità di un cessate il fuoco da uno a tre giorni, anche se non è stato raggiunto alcun accordo, hanno riferito fonti a conoscenza dei negoziati.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ripetutamente affermato che non ci sarà un cessate il fuoco a Gaza finché gli ostaggi – si ritiene siano più di 240 – non saranno rilasciati. Hamas afferma che gli ostaggi non verranno rilasciati finché non verrà concordato un cessate il fuoco. Netanyahu ha detto mercoledì sera: “Voglio mettere da parte tutte le voci inutili che sentiamo da tutte le direzioni, e ripetere una cosa chiara: non ci sarà alcun cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi
Sul fronte opposto anche Hamas continua a tenere il punto. "Ribadiamo che l'unica strada" per il rilascio degli ostaggi "è un accordo globale per lo scambio totale o parziale dei prigionieri", ha fatto sapere Abu Obeida, portavoce delle Brigate al-Qassam, l'ala militare di Hamas.
Israele ha rilasciato il politico palestinese Mohammad Barakeh. Lo riporta al Jazeera. Il capo dell'Alto Comitato di Controllo per i Cittadini Arabi di Israele era stato arrestato oggi dalle forze israeliane a Nazareth mentre si recava a una protesta contro la guerra insieme ad altri quattro politici palestinesi e membri del partito Tajamou. Non è chiaro se anche questi uomini siano stati rilasciati.
Dopo "dieci ore" di battaglia i militari israeliani sono riusciti a prendere il controllo di una "roccaforte" di Hamas nella zona di Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo hanno reso noto le forze israeliane (Idf), riferendo sul social X di un'operazione della fanteria. Secondo quanto comunicato, i soldati hanno combattuto con uomini di Hamas e della Jihad Islamica sia "in superficie che lungo un percorso sotterraneo nell'area".
Le Idf hanno confermato l'uccisione di "terroristi" e di aver trovato armi e scoperto tunnel "dei terroristi", con un ingresso vicino a un asilo che portava a "un lungo percorso sotterraneo". Non è chiaro se vi siano state perdite tra le fila dei militari israeliani nella battaglia - di cui danno notizia i media israeliani - per la "roccaforte" di Hamas indicata come "avamposto 17".
Nel frattempo l'agenzia palestinese Wafa ha riferito di almeno 30 palestinesi uccisi e decine di feriti in raid israeliani ieri sul campo profughi di Jabalya.
Le forze israeliane (Idf) hanno inoltre annunciato l'uccisione di un comandante di Hamas ritenuto responsabile per attacchi con missili anticarro. Secondo quanto reso noto su X, in un'operazione effettuata da un caccia israeliano è stato ucciso Ibrahim Abu-Ma'asiv, che secondo i militari israeliani era a capo dell'unità missili anticarro della Brigata centrale di Hamas, accusato di aver "diretto ed effettuato numerosi attacchi" con missili antitank contro civili e soldati israeliani. Non è chiaro dove sia stato effettuato il raid, mentre proseguono le operazioni israeliane che dal terribile attacco di Hamas del 7 ottobre in Israele prendono di mira la Striscia di Gaza.
E' salito a 10.812 il numero dei palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza dall'inizio delle operazioni militari di Israele a seguito dell'attacco del 7 ottobre. Lo ha riferito il ministero della Sanità gestito da Hamas, precisando che tra i morti figurano 4.412 bambini, 2.918 donne, 667 anziani. Secondo le autorità della Striscia, si contano anche 26.905 feriti dall'inizio della guerra.
Nel frattempo i militari israeliani hanno anche aperto nuovamente la strada che dal nord della Striscia di Gaza porta al sud, per consentire ai civili di lasciare la regione in cui sono concentrati i bombardamenti e le operazioni di terra di Tsahal. L'apertura si protrarrà fino alle 4 di questo pomeriggio (ora locale). "Il nord della Striscia di Gaza è considerato una zona di violenti combattimenti e sta esaurendosi il tempo per evacuarla", è il testo di un post in arabo distribuito dai militari israeliani.
Le truppe israeliane che operano nella Striscia di Gaza affermano di aver anche localizzato un impianto di produzione di droni di Hamas e un deposito di armi all'interno di un edificio residenziale. Ad annunciarlo è l'Idf, precisando che l'edificio in questione, nel quartiere Sheikh Radwan di Gaza City, si trova accanto a una scuola. Il filmato - riporta Times of Israel - mostra il ritrovamento da parte dei militari di diversi droni di Hamas, delle attrezzature utilizzate per fabbricarli e delle istruzioni per fabbricare ordigni esplosivi. Le truppe avrebbero anche recuperato un certo numero di ordigni sul sito. Adiacente al sito di produzione e al deposito di armi c'è una camera da letto per bambini, sostiene l'Idf.
Sono 845 i civili israeliani uccisi finora identificati nel centro allestito all'interno della base militare di Shura fa sapere dal canto suo la polizia israeliana, citata da 'Ha'aretz'.
Sono dieci i palestinesi uccisi durante un'operazione delle forze israeliane nel campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania. Lo denuncia il ministero della Salute palestinese che, come riportano i media locali, riferisce anche di una ventina di feriti. In precedenza, riporta Haaretz, le forze israeliane hanno effettuato raid aerei contro cellule armate a Jenin. Fonti locali citate dal giornale israeliano affermano che una delle persone uccise sarebbe Ayham al-Amer, identificato come un ufficiale dei servizi di sicurezza palestinesi. Le forze israeliane hanno confermato che proseguono le operazioni nel campo profughi, aggiunge ancora Haaretz.
"A Rafah, sono stato alle porte di quello che è l'incubo che vivono a Gaza. Sento, nel profondo, il dolore e l'immensa sofferenza di ogni persona i cui cari sono stati uccisi. Dobbiamo tutti sentire questo dolore condiviso e porre fine a questo incubo". Lo ha detto l'Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Turk, che ieri ha visitato il valico tra l'Egitto e la Striscia di Gaza. E ha accusato sia i gruppi armati palestinesi che Israele di aver commesso crimini di guerra, in relazione all'attacco del 7 ottobre ed alla "punizione collettiva dei civili" e alla loro "evacuazione forzata illegale".
Sei persone sono rimaste uccise in un raid delle forze israeliane su un edificio residenziale a Khan Younis, nella parte meridionale della Striscia di Gaza. Ne dà notizia Al Jazeera, citando l'agenzia di stampa palestinese Wafa. "I corpi di sei persone sono stati recuperati a seguito di un attacco israeliano su un edificio residenziale nella città di Bani Suhaila, a est di Khan Younis, nella parte sud di Gaza", scrive Al Jazeera.
"Mentre morti e feriti a Gaza continuano ad aumentare a causa dell'intensificarsi delle ostilità, l'intenso sovraffollamento e l'interruzione dei sistemi sanitari, idrici e igienico-sanitari rappresentano un ulteriore pericolo: la rapida diffusione di malattie infettive. Alcune tendenze preoccupanti stanno già emergendo". A lanciare l'allarme è l'Organizzazione mondiale della sanità.
"La mancanza di carburante ha portato alla chiusura degli impianti di desalinizzazione, aumentando significativamente il rischio di infezioni batteriche, come la diarrea, che si diffondono dal momento che le persone consumano acqua contaminata - segnala l'Oms in una nota - La mancanza di carburante ha inoltre interrotto tutta la raccolta dei rifiuti solidi, creando un ambiente favorevole alla rapida e diffusa proliferazione di insetti e roditori che possono trasportare e transitare malattie. La situazione è particolarmente preoccupante per i quasi 1,5 milioni di sfollati presenti in tutta Gaza, in particolare per coloro che vivono in rifugi gravemente sovraffollati con scarso accesso a strutture igieniche e acqua potabile", condizione che aumenta il rischio di trasmissione di malattie infettive.
"Gli attuali trend di malattia sono molto preoccupanti. Da metà ottobre 2023 sono stati segnalati oltre 33.500 casi di diarrea. Oltre la metà riguardano bambini sotto i 5 anni: un aumento significativo rispetto a una media di duemila casi mensili negli under 5, registrata nel corso del 2021 e del 2022. Si registrano poi 8.900 casi di scabbia e pidocchi, 1.005 casi di varicella, 12.635 casi di eruzioni cutanee e sono stati segnalati anche 54.866 casi di infezioni delle vie respiratorie superiori", elenca l'Agenzia Onu per la salute, ribadendo la richiesta di "un accesso urgente e accelerato agli aiuti umanitari - inclusi carburante, acqua, cibo e forniture mediche - all’interno e in tutta la Striscia di Gaza,, del rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e di un cessate il fuoco umanitario per prevenire ulteriori morti e sofferenze".