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Israele, Asher riabbraccia moglie e figlie dopo 40 giorni: "Risorgeremo dal trauma"

Il racconto dell'uomo: "Felice di aver riavuto la mia famiglia ma non festeggerò finche l'ultimo rapito non sarà tornato a casa"

Gli ostaggi presi in consegna dalla Croce rossa - Afp
Gli ostaggi presi in consegna dalla Croce rossa - Afp
25 novembre 2023 | 09.20
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"Doron, Raz e Aviv sono tornate a casa da me dalla prigionia". E "sono determinato a far risorgere la mia famiglia dal trauma e dal terribile lutto che abbiamo attraversato, per il futuro delle mie bambine e per quello di Doron". Sono le prime parole di Yoni Asher che ieri, dopo 40 giorni, ha potuto riabbracciare la moglie, 34 anni e cittadinanza tedesca, e le figlie di cinque e due anni, rapite lo scorso 7 ottobre da Hamas mentre si trovavano nel kibbutz di Ni-Oz per far visita alla nonna. L'anziana è stata uccisa dai miliziani di Hamas proprio il giorno dell'assalto e del sequestro.

"Mi aspettano ancora giorni complessi'', ha affermato Asher, che si era recato al Parlamento europeo per diffondere un appello per il rilascio della sua famiglia e di tutti gli ostaggi nella Striscia di Gaza. "Devo ringraziamenti e riconoscimenti ai nostri figli che stanno sacrificando le loro vite, all'Idf, al governo israeliano e al gabinetto di guerra che sono impegnati in questo lavoro. Grazie al meraviglioso popolo d'Israele per i rinforzi. Un grande ringraziamento alle famiglie dei sequestrati che stanno lavorando per il ritorno di tutti", ha aggiunto Asher.

"Non festeggerò finché non ritornerà l'ultimo dei rapiti"

In un videomessaggio Asher, che vide su TikTok il rapimento della moglie e delle figlie, dice di essere "felice di aver riavuto la mia famiglia, è permesso essere felici ed è permesso versare una lacrima. E' una cosa umana". Ma l'uomo, che con la famiglia vive nel centro di Israele, spiega che oggi "non festeggio, non festeggerò finché non ritornerà l'ultimo dei rapiti. Voglio sottolineare che i nostri figli, i nostri padri, le nostre madri, le nostre sorelle sono in questo momento in prigionia, ci sono persone i cui cuori sono spezzati in questo momento e voglio assicurarmi che ogni persona rapita ritorni a casa''.

Asher ha concluso affermando che "le famiglie dei rapiti non sono manifesti, non sono slogan, sono persone vere, e le famiglie dei rapiti sono da oggi la mia nuova famiglia, e mi assicurerò e farò di tutto affinché l'ultimo dei rapiti torni a casa".

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