Il ministro degli Esteri Tajani: "Si accorciano i tempi del processo, nostre parole ascoltate". Il padre della 39enne alla fiaccolata, organizzata a Roma, per la sua liberazione: "Da solo non posso fare quasi nulla, ma insieme sì"
Si accelerano i tempi per il processo a Ilaria Salis. Come ha spiegato il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, la decisione, presentata dalla difesa di chiedere gli arresti domiciliari in Ungheria "facilita la decisione di chiedere i domiciliari anche in Italia. I magistrati ungheresi hanno ascoltato le nostre parole" e "giudicato ragionevole" la richiesta di un processo "giusto e rapido" anticipando "l'udienza a marzo". "E' un risultato che ha ottenuto questo governo, grazie anche al lavoro che fa la nostra Ambasciata. I magistrati ungheresi hanno recepito il messaggio e hanno deciso di accelerare i tempi del processo", osserva il leader azzurro.
"Più che opportuno questo passaggio era obbligato", ha commentato da parte sua il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. "Abbiamo spiegato alla famiglia Salis che chiedere i domiciliari in Italia al giudice ungherese era un passo giuridicamente sbagliato, perché la legge non lo consente. Purtroppo hanno perso un anno - ha sottolineato - E' un grande risultato che abbiano deciso di chiederli, sarebbe un grande risultato se giudice li concedesse". Poi "una volta ottenuti i domiciliari in Ungheria può scattare la norma di un accordo internazionale che consente la richiesta che siano scontati in Italia" ha spiegato il ministro.
"Da solo non posso fare quasi nulla, ma con il vostro aiuto possiamo raggiungere l’obiettivo", possiamo “far riabbracciare Ilaria con sua madre”. Così Roberto Salis, intervenuto in collegamento telefonico alla fiaccolata organizzato a Roma dal comitato ‘Liberiamo Ilaria Salis’. “Volevo mandare un saluto da tutta la famiglia e da Ilaria che è informata della fiaccolata ed è commossa della vostra solidarietà”.