Il ministro degli Esteri: "Ho chiesto di trovare soluzioni alternative alla detenzione in carcere". Roberto Salis: "Parole di Tajani riaccendono la speranza"
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha parlato con il suo collega ungherese, Peter Szijjarto, del caso di Ilaria Salis, la trentanovenne italiana accusata in Ungheria di aver aggredito due estremisti di destra in occasione del Giorno dell'Onore, detenuta da un anno nel Paese danubiano in condizioni degradanti, a quanto hanno riferito i familiari e le Ong che seguono la sua vicenda. Il ministro ha chiesto che vengano valutate misure alternative alla detenzione.
Il ministro ha spiegato, a margine del Consiglio Affari Esteri a Bruxelles, di aver sollevato con il collega magiaro "il problema della nostra connazionale in carcere in Ungheria, chiedendo che le venga riservato un trattamento rispettoso delle regole e della dignità della persona ed eventualmente, se fosse possibile, ho chiesto di trovare soluzioni alternative alla detenzione in carcere. Quindi gli ho dato un segnale di attenzione" nei confronti della donna, oltre a quello che "sta facendo la nostra ambasciata a Budapest. Ho chiesto un impegno attento da parte del governo ungherese sulla situazione della nostra connazionale, per garantirle tutti i diritti che hanno i detenuti", ha concluso.
"Siamo contenti che qualcosa inizi a muoversi", ha detto all'Adnkronos Roberto Salis, il padre della trentanovenne italiana, dopo le parole di Tajani. Ora, ha aggiunto il padre di Ilaria, "aspettiamo di vedere un piano operativo su come questa attività sarà svolta", ma le parole del ministro Tajani riaccendono la speranza dei familiari della maestra milanese, e non solo. "Ho sentito Ilaria questa mattina, è molto speranzosa che finalmente tutta questa attività di sensibilizzazione sul suo caso, che stiamo portando avanti, abbia qualche effetto", ha concluso Roberto Salis.