Distrutta una famiglia a Shyroka Blaka. Fuoco d'avvertimento nave russa contro cargo nel Mar Nero
Cinque adulti, una neonata di appena 23 giorni e un bambino di 12 anni sono rimasti uccisi questa mattina nei bombardamenti russi contro villaggi dell'oblast di Kherson. A Shyroka Blaka, le vittime sono "una famiglia: marito, moglie e la loro bambina di soli 23 giorni. Un figlio di 12 anni è stato ricoverato in gravi condizioni", ha detto il ministro dell'Interno, Ihor Klymenko. Poco dopo si è appreso che anche il ragazzino è morto.
La notizia arriva poco dopo che la Procura generale ucraina aveva annunciato che sono 500 i minori uccisi dall'inizio della guerra.
L'agenzia di stampa russa Ria Novosti riferisce che la nave militare di pattuglia russa Vasily Bykov ha sparato colpi d'avvertimento contro una nave cargo battente bandiera di Palau che si dirigeva verso il porto ucraino di Izmail nel Mar Nero e aveva rifiutato di fermarsi.
Dopo i colpi d'avvertimento con armi leggere, il cargo si è fermato. Un elicottero Ka-29 con personale militare russo si è levato in volo dalla Vasily Bykov ed è atterrato sul cargo Sukra Okan, per verificare l'eventuale trasporto di merce vietata. Una volta completata l'ispezione, il cargo ha continuato la navigazione verso Izmail, riferisce l'agenzia stampa.
La Russia non ha voluto estendere l'accordo sui corridoi del grano nel Mar Nero oltre la scadenza del 17 luglio. Il ministero della Difesa russo, ricorda Ria Novosti, ha dichiarato il 19 luglio di considerare tutte le navi dirette ai porti ucraini come potenziali trasporti di carichi militari.
Intanto, ''è fallito un altro tentativo delle truppe di Kiev di attaccare la Russia con un drone. Le difese missilistiche russe lo hanno abbattuto sopra la regione sudoccidentale di Belgorod''. Lo ha affermato il ministero della Difesa russo, come riporta l'agenzia Tass.
"Il tentativo infruttuoso del regime di Kiev di attaccare strutture sul territorio russo - sottolineano dal ministero - con un velivolo senza pilota è stato sventato intorno alle 4 del mattino di oggi. Le difese missilistiche russe hanno individuato il drone e lo hanno distrutto''. Non sono stati segnalati danni o vittime.
Ieri sera Ukrainska Pravda, citando una fonte dei servizi di sicurezza ucraini, ha reso noto che una base logistica russa in Crimea è stata attaccata da 17 droni ucraini e che decine di russi sono rimasti uccisi o feriti. La base logistica si trova vicino a Yevpatoria, comprende anche alloggi, parcheggi e stazioni di benzina.
Il ministero della difesa russo ha dichiarato, inoltre, di aver sventato oggi due attacchi di droni ucraini nella regione russa di Belgorod. Secondo quanto viene riferito, i droni sono stati abbattuti e non vi sono state vittime.
Continuano intanto gli attacchi nel settore di Lyman-Kupyansk. Lo scrive Ukrinform, riportando le parole del portavoce del Gruppo orientale delle Forze armate dell'Ucraina, Serhiy Cherevaty: ''Il nemico sta ancora cercando di attaccarci nel settore di Lyman-Kupyansk. Ha effettuato tre attacchi in un giorno e compiuto 10 raid aerei. Nel respingere gli attacchi nemici, 37 occupanti sono stati uccisi e 82 feriti".
Partigiani ucraini avrebbero incendiato e distrutto una base russa nella città occupata di Mariupol. Lo afferma Petro Andriushchenko, un consigliere del sindaco in esilio di Mariupol. Nel suo post su Telgram afferma che la base è stata incendiata questo pomeriggio, senza fornire altri dettagli. Una foto allegata mostra un colonna di fumo che s'innalza dietro un gruppo di alberi.
Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak accusa Mosca di aver compiuto "un atto di prateria" contro la nave cargo Sukru Okan contro la quale sono stati sparati oggi colpi d'avvertimento nel mar Nero. "L'Ucraina trarrà le necessarie conclusioni e sceglierà la migliore risposta possibile", ha twittato. "Oggi l'attacco deliberato e l'ispezione forzata da parte russa del cargo civile internazionale Sukru Okan, che era diretto al porto ucraino di Izmail, è una chiara violazione del diritto marittimo internazionale, un atto di pirateria e un crimine contro navi civili di un paese terzo nelle acque di altri stati", scrive Podolyak. "Questo precedente, con un tentativo di introdurre 'una patente da corsa', richiede una chiara risoluzione legale, con identificazione di tutte le persone e riconoscimento del crimine", aggiunge il consigliere ucraino, facendo riferimento alla patente che gli stati emettevano un tempo ai 'corsari' autorizzandoli ad atti di pirateria contro navi nemiche.