Il fisico Martellini: "Non ci sarebbe un 'effetto Hiroshima' ma casi di radioattività e malattie legate alle radiazioni"
Sparare sul dom, la cupola del reattore nucleare della centrale di Zaporizhzhia , significherebbe "ripetere Chernobyl. Quando ci fu nell'86 Chernobyl, la cupola esplose e tutto il materiale radioattivo fu sparato a decine di km arrivando fino all'Italia. Se la centrale atomica venisse colpita per sbaglio, il rischio di un Chernobyl 2.0 sarebbe reale". Così all'AdnKronos Maurizio Martellini, fisico nucleare, professore all'Università dell'Insubria presso il Dipartimento di Scienza e alta tecnologia (Disat), dopo l'attacco della Russia alla centrale di Zaporizhzhia nel sud dell'Ucraina.
Quale sarebbe l'effetto di un tale incidente? "Non ci sarebbe un 'effetto Hiroshima' ma casi di radioattività e malattie legate alle radiazioni, un numero di tumori crescente e una ripetizione di Chernobyl. E questo lo sanno sia i russi che gli ucraini". Per questo, Martellini (che fu parte attiva degli Scienziati per il disarmo e come segretario generale del Landau Network particolarmente impegnato nella questione delle città nucleari russe all'inizio degli anni '90) dice di non essere particolarmente preoccupato dal rischio di un attacco volontario alla cupola del più grande reattore in Europa, "ma che Putin, sentendosi accerchiato e sconfitto in quella che temo sarà una guerra lunghissima, possa usare armi nucleari".
Intanto, si segnala radioattività in aumento a Chernobyl. "Nella zona cosiddetta di proibizione il suolo è ancora radioattivo, a macchia di leopardo. Con i movimenti che ci sono stati con la linea di avvicinamento a Kiev si è sollevato il pulviscolo radioattivo. Per quello che concerne il reattore stesso, l'aumento della radiazione è perché la reazione nucleare non è finita", dice Martellini
"Il vero problema della centrale di Zaporizhzhia è che, come tutte le centrali nucleari, utilizza del combustibile che dopo un certo numero di anni deve essere sostituito ma è molto 'caldo', come diciamo noi fisici, molto radioattivo e viene messo dentro delle piscine a raffreddare", afferma.
"La paura della Aiea, che non lo ha scritto ma che conosciamo, è che queste piscine non sono ricoperte come il reattore nucleare ma sono libere e a cielo aperto e la paura è che un missile possa finire su una di queste piscine di raffreddamento del combustibile nucleare spento, cosa che causerebbe una catastrofe molto più grave di Fukushima e Chernobyl", aggiunge.