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Ostaggi Hamas, media: "Raggiunto accordo su rilascio". Israele: "Notizie errate"

L'ufficio del primo ministro Netanyahu: "Condizioni inaccettabili". Qatar parla di "progressi" nei negoziati. Convocato il gabinetto di guerra israeliano in serata. Khan Younis e Gaza City assediate, razzi di Hamas su Tel Aviv

Benjamin Netanyahu - Afp
Benjamin Netanyahu - Afp
29 gennaio 2024 | 09.13
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Le notizie di un presunto accordo sul cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi a Gaza sono "errate" e "includono condizioni che sono inaccettabili per Israele". Lo ha dichiarato in una nota l'ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, commentando i dettagli dell'intesa rivelati da diversi media, secondo cui nella prima fase ci verrebbero rilasciati 35 ostaggi in cambio di 45 giorni di cessate il fuoco e della liberazione di 100-250 detenuti palestinese per ogni ostaggio israeliano.

E' stato intanto convocato per le 20 ore locali (le 19 in Italia) il gabinetto di guerra israeliano, hanno riferito i media dello Stato ebraico, notando che la notizia segue quella sull'accordo riportata da Nbc News.

Qatar: "Progressi in negoziati"

"Abbiamo fatto progressi sui negoziati per un nuovo accordo sugli ostaggi, ci troviamo in una posizione migliore rispetto a dove eravamo nelle scorse settimane", ha intanto assicurato il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, intervenendo all'Atlantic Council a Washington.

Agli incontri di ieri a Parigi "abbiamo compiuto progressi per la costruzione di una cornice per la prosecuzione dei negoziati sugli ostaggi. Faremo avere le proposte ad Hamas, speriamo reagiranno positivamente e decidano di negoziare in maniera costruttiva", ha spiegato al Thani.

"Si è parlato molto della nostra capacità di far leva su Hamas. Ma il nostro ruolo - ha sottolineato il premier - è di far pressione sulle parti con parole, incontri e proposte. Il Qatar non è una superpotenza che può forzare le parti". Secondo Al Thani, l'attuale fase di colloqui potrebbero condurre ad un cessate il fuoco permanente "in futuro". Tale precisazione potrebbe significare che potrebbe esservi prima una tregua temporanea, ipotesi finora respinta da Hamas.

Nbc: "Raggiunto accordo su ostaggi"

Secondo Nbc News, i negoziatori di Israele, Stati Uniti, Egitto e Qatar riuniti a Parigi avrebbero raggiunto un accordo sul rilascio degli ostaggi, in cambio di pause a fasi nei combattimenti, della consegna di aiuti a Gaza e del rilascio di detenuti palestinesi. Nbc News cita una fonte a conoscenza dei negoziati secondo cui anche il rilascio dei restanti ostaggi detenuti nella Striscia avverrebbe a fasi, cominciando da donne e bambini.

Secondo quanto riporta Sky News Arabia, la prima fase dell'accordo dovrebbe invece prevedere un cessate il fuoco di 45 giorni a Gaza in cambio del rilascio di 35 ostaggi. L'emittente ha anche riferito che saranno rilasciati tra i 100 ed i 250 detenuti palestinesi per ogni ostaggio israeliano liberato.

"C'è ancora una strada lunga da fare", il commento al Times of Israel di funzionari israeliani dopo la notizia sull'accordo. Secondo il giornale Israel Hayom, i capi del Mossad e dello Shin Bet avrebbero detto ai loro colleghi americani, egiziani e qatarini che Israele è flessibile sulla lunghezza del cessate il fuoco che verrebbe accordato, del numero dei prigionieri rilasciati e sulla quantità di aiuti umanitari che dovrebbero entrare a Gaza, ma in nessun caso concorderanno la fine della guerra.

I negoziati a Parigi

Secondo quanto ha reso noto il New York Times in precedenza, i negoziatori americani presenti all'incontro di Parigi hanno definito una bozza scritta di accordo, basata su proposte delle due parti, Israele e Hamas. I negoziatori sono "cautamente ottimisti che sia possibile raggiungere un accordo finale", si spiegava. Sempre secondo le fonti del quotidiano americano, potrebbero essere rilasciati più di 100 ostaggi in cambio per lo stop delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza per un periodo di due mesi.

Una prima fase durerebbe 30 giorni, in cui Hamas dovrebbe, in cambio della tregua, rilasciare le donne, gli anziani e i feriti. Nella seconda fase, di altri 30 giorni di tregua, dovrebbero essere liberati gli uomini e i soldati israeliani. La Casa Bianca ha inviato a Parigi, per mediare i negoziati, il direttore della Cia, William Burns. Sono presenti ai colloqui anche rappresentanti di Israele, Egitto e Qatar. Ancora da definire il numero di detenuti palestinesi che Israele dovrà rilasciare.

"C'è stato un buon incontro e stiamo individuando i germogli del progresso" scrive il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, citando un funzionario che ha partecipato al meeting a Parigi. "Un altro funzionario politico ha affermato che 'l'incontro è stato costruttivo'". L'alto funzionario di Hamas, Mohamed Nazal, ha commentato: "Oggi sono iniziati nuovi negoziati sull'accordo sullo scambio di prigionieri. Tutto ciò che è stato detto dai media sui dettagli dell'accordo sui prigionieri è un tentativo da parte del governo israeliano di alleviare la pressione sui loro famiglie".

Anche Israele ha messo sul tavolo una propria proposta per arrivare al rilascio degli ostaggi, ha indicato il primo ministro Benjamin Netanyahu durante un incontro con una delegazione di familiari di persone rapite da Hamas, secondo quanto riferito da Channel 12. L'emittente ha chiarito che Netanyahu non ha fornito dettagli sulla proposta per non danneggiare i necessari, mentre ha smentito la notizia che ci sarebbe un'offerta di Hamas sul tavolo.

Secondo Channel 13, la proposta israeliana si svolgerebbe in tre fasi, con il rilascio delle donne e degli anziani ancora in ostaggio, seguiti dai giovani, poi dai soldati e infine dai corpi degli ostaggi uccisi. Il piano vedrebbe Israele liberare un gruppo di prigionieri palestinesi oltre a prolungate pause nei combattimenti. Inoltre, Israele accetterebbe di modificare la portata delle sue truppe a Gaza.

''Il tempo del governo è scaduto'' e i familiari degli ostaggi, trattenuti nella Striscia di Gaza, sono pronti a ''misure estreme'', hanno intanto dichiarato i parenti dei rapiti in una conferenza stampa a Tel Aviv dove Daniel Elgarat, fratello dell'ostaggio Itzik Elgarat, ha denunciato il fatto che il governo non sia riuscito a liberare le persone ancora a Gaza, ''il vostro tempo di grazia è finito''. Elgarat ha quindi annunciato che le famiglie impediranno con i propri corpi agli aiuti umanitari di entrare a Gaza. ''Se dobbiamo mettere sottosopra il Paese, lo faremo. Se dobbiamo reclutare cittadini per bloccare gli aiuti in entrata a Gaza, lo faremo'', avverte Ella Ben Ami.

Netanyahu pensi "a riparare gli errori" del 7 ottobre, replica il Forum delle famiglie degli ostaggi, invece, di "sgridare i parenti delle vittime", dopo che il premier israeliano aveva dichiarato che le manifestazioni dei parenti rafforzano le richieste di Hamas. "Le famiglie incontrano i leader mondiali, guidano gli sforzi per il trasferimento di medicinali agli ostaggi, hanno portato in Israele il presidente della Corte penale internazionale e mobilitato i media e i principali influencer a sostegno di Israele e degli ostaggi", afferma il Forum, citato da Times of Israel.

Razzi su Tel Aviv, Hamas rivendica

Per la prima volta da oltre un mese a Tel Aviv sono tornate a suonare le sirene dell'allarme antiaereo per il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza. Lo riferisce il Times of Israel secondo cui l'allerta è scattata anche a Rishon Lezion, Holon, Bat Yam e in altre aree della zona centrale di Israele. Il braccio armato di Hamas ha poi rivendicato il lancio. Per le Brigate al-Qassam, secondo la rivendicazione di cui dà notizia la Cnn, si tratta di una "risposta ai massacri" di Israele "contro i civili" della Striscia.

Khan Younis e Gaza City assediate. Idf: "Uccise decine di terroristi"

Continua intanto l'assedio di Israele a Gaza. Secondo le ultime notizie di oggi, 29 gennaio 2024, sulla guerra, l'esercito israeliano ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di aver ucciso “decine di terroristi armati di Hamas in battaglie nella Striscia di Gaza centrale” e annuncia che le attività “contro operatori e infrastrutture terroristiche continuano a Khan Younis e Gaza City”.

L'Idf aggiunge di aver “localizzato grandi quantità di armi, equipaggiamento militare e risorse tecnologiche” all’interno della Striscia di Gaza, e di aver ucciso “quattro terroristi che si stavano preparando a effettuare un attacco contro truppe israeliane vicino all'ospedale Al-Amal”.

L’agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che “decine di civili, per lo più bambini e donne” sono stati uccisi nell’ultimo bombardamento israeliano. Le forze militari israeliane hanno effettuato attacchi aerei intensi e feroci contro il quartiere di Al-Zaytoun, a sud di Gaza City, e l'area di Tal Al-Hawa, a ovest della città, provocando l'uccisione di diverse persone e causando molti feriti. La scorsa notte, almeno 23 civili sono stati uccisi e altri feriti in un attacco aereo israeliano contro una casa abitata.

Truppe israeliane della 98ma divisione hanno intanto fatto irruzione negli uffici del capo di Hamas, Yahya Sinwar, a Khan Younis, hanno riferito le Forze di difesa israeliane (Idf), precisando che i militari sono entrati negli uffici di diversi esponenti di Hamas, tra cui quello di Sinwar, il 'most wanted' tra tutti i leader del gruppo palestinese.

Cisgiordania

Un palestinese è stato ucciso in scontri armati con le Forze di difesa israeliane (Idf) nella città di Al-Yamun, a nove chilometri a nord ovest di Jenin, in Cisgiordania, dove era in corso un'operazione militare. La vittima, Zaer Naím Hamo, aveva 21 anni ed è morto per una ferita all'addome, come spiega l'agenzia di stampa palestinese Wafa.

Un palestinese è stato inoltre ucciso, dopo essere stato colpito alla testa, in scontri con le Forze di difesa israeliana (Idf) a Dura vicino a Hebron. Le truppe israeliane avrebbero cercato di arrestare l'uomo, che ha risposto al fuoco e poi è stato ucciso.

Austria sospende finanziamenti a Unrwa

L'Austria ha annunciato la sospensione dei finanziamenti all'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri austriaco dopo le accuse di un coinvolgimento del personale dell'Unrwa nell'attacco sferrato da Hamas lo scorso 7 ottobre contro Israele.

"Idf uccide palestinesi nonostante sentenza Cig"

Nelle 48 ore successive alle sentenze provvisorie della Corte Internazionale di Giustizia (Cig), Israele ha continuato a uccidere a Gaza tanti palestinesi così come faceva prima. Lo ha scritto su X l’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, precisando che l’esercito israeliano ha ucciso almeno 373 palestinesi – tra cui 345 civili – e ne ha feriti altri 643 nei due giorni successivi alla sentenza su presunti atti di genocidio. “Israele ha anche intensificato i suoi sforzi per affamare i palestinesi e allontanarli con la forza dalle loro case nella Striscia”, ha aggiunto il gruppo. “A dispetto della sentenza della più alta corte mondiale e in violazione dei propri obblighi internazionali, compresi il diritto e i principi internazionali, Israele persiste nel commettere gravi violazioni che equivalgono a crimini di guerra e crimini contro l’umanità, compreso il genocidio contro il popolo palestinese".

Ministri israeliani chiedono il reinsediamento di Gaza

Ministri israeliani di estrema destra e appartenenti al partito Likud di Benjamin Netanyahu hanno partecipato a una conferenza sul reinsediamento a Gaza, nella quale il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha affermato che gli israeliani devono “trovare un modo legale per far emigrare volontariamente i palestinesi”. Lo ha riferito il quotidiano Haaretz.

Alla conferenza a Gerusalemme hanno partecipato migliaia di persone tra cui il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, così come altri membri della Knesset e del governo di coalizione, rabbini, attivisti degli insediamenti e famiglie di soldati che combattono a Gaza. Nel suo discorso, Ben Gvir ha detto: "Se non vogliamo un altro 7 ottobre, dobbiamo tornare a casa e controllare Gaza. Dobbiamo trovare un modo legale per fare emigrare volontariamente i palestinesi e imporre condanne a morte ai terroristi… Mi rivolgo a te, primo ministro Netanyahu: questo è il momento di decisioni coraggiose".

I membri del partito Likud, che hanno parlato apertamente di “emigrazione volontaria” dei palestinesi dall’inizio della guerra, sono tornati sul tema alla conferenza. Il ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi ha affermato che in guerra “il volontariato a volte è uno stato che si impone a qualcuno finché non dà il suo consenso”. Il ministro del turismo Haim Katz ha dichiarato: “Oggi, dopo 18 anni dal disimpegno da Gaza, abbiamo l’opportunità di ricostruire ed espandere la terra di Israele. Questa è la nostra ultima opportunità”.

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