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Israele apre valico a confine con Gaza ed Egitto: "Aiuti bloccati a Rafah, Onu faccia di più"

Raffica di missili su Tel Aviv, braccio armato Hamas rivendica. Domani riunita Assemblea generale delle Nazioni Unite. Idf: "Eliminato capo battaglione Shejaiya". Paesi arabi in sciopero in solidarietà con Gaza

Camion di aiuti a Gaza - Afp
Camion di aiuti a Gaza - Afp
11 dicembre 2023 | 08.29
LETTURA: 7 minuti

Israele conferma che aprirà il valico di Kerem Shalom, al confine tra il Paese, Striscia di Gaza ed Egitto, per facilitare l'arrivo di aiuti nell'enclave palestinese. "Abbiamo rafforzato le nostre capacità di effettuare controlli sugli aiuti da consegnare a Gaza. Verrà aperto il valico di Kerem Shalom, quindi raddoppierà il numero dei controlli", si legge in un messaggio diffuso su X dal Cogat (il Coordinamento delle attività del governo nei Territori).

"Ma - afferma il messaggio - gli aiuti continuano ad attendere all'entrata di Rafah", il valico alla frontiera tra Egitto e Striscia di Gaza sinora l'unico da cui sono potuti passare gli aiuti (con i controlli effettuati al valico di Nitzana, tra Israele ed Egitto). "L'Onu deve fare di più, gli aiuti sono lì e la gente ne ha bisogno", afferma ancora il Cogat nel messaggio diffuso su X.

E' arrivata intanto ad al-Arish, in Egitto, una delegazione di rappresentanti di Paesi membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che si recherà al valico di Rafah. Lo ha confermato il ministero degli Esteri del Cairo. La delegazione riceverà aggiornamenti sulle operazioni di consegna degli aiuti e - riferisce una nota del ministero riportata dall'agenzia Dpa - sugli ostacoli posti da Israele all'ingresso dei camion di aiuti a Gaza e all'evacuazione dalla Striscia dei palestinesi feriti tramite il valico di Rafah.

Il Cairo parla di una visita in un momento in cui "il Consiglio di Sicurezza non è purtroppo in grado di prendere una decisione sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e porre fine ai continui attacchi contro i civili, garantirne la protezione".

Un funzionario della Mezzaluna Rossa egiziana ha confermato all'agenzia Dpa che la delegazione ha visitato un magazzino dell'organizzazione e l'ospedale di al-Arish dove sono ricoverati feriti palestinesi. La delegazione, ha precisato, è composta da rappresentanti di Russia, Cina, Brasile, Ghana, Giappone ed Emirati Arabi Uniti.

Raffica di missili verso Tel Aviv, braccio armato Hamas rivendica

Sono tornate a suonare le sirene antimissile a Tel Aviv. Il Times of Israel riferisce di una raffica di missili lanciati dalla Striscia di Gaza in direzione della città israeliana. L'allerta è scattata anche a Holon, Or Yehuda, Bat Yam e nelle zone limitrofe, così come a Rishon Lezion, Palmachim e Beit Dagan. A Holon, riferisce il giornale citando fonti mediche, è rimasto ferito un 45enne e si registrano danni.

Le Brigate Izzeddin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno poi rivendicato il lancio di razzi. In un breve comunicato diffuso su Telegram si legge che "le Brigate Izzeddin al-Qassam hanno lanciato una raffica di razzi su Tel Aviv". Spiegando la motivazione dell'attacco, i miliziani affermano che "il lancio di razzi è stato effettuato in risposta ai massacri della popolazione civile (palestinese, ndr) da parte dei sionisti".

"Hamas ha sottovalutato rappresaglia Israele"

Hamas "ha sottovalutato la rappresaglia di Israele" dopo gli attacchi del 7 ottobre. Lo ha detto al Daily Mail il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, aggiungendo che "è difficile portare le democrazie a combattere le guerre, ma, una volta che ci troviamo in un conflitto, siamo molto più forti perché combattiamo per difendere i nostri valori".

Secondo Gallant, inoltre, gli aiuti raccolti dagli attivisti filo-palestinesi vengono utilizzati dal terrorismo globale. "La propaganda di Hamas sta influenzando le università e le proteste e vengono versati soldi che stanno attivando reti terroristiche in tutto il mondo", ha aggiunto.

Domani Assemblea generale Onu riunita per Gaza

L'Assemblea generale delle Nazioni Unite si riunirà domani per discutere della situazione a Gaza. Lo ha comunicato il presidente Dennis Francis. Venerdì gli Stati Uniti hanno posto il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco, appoggiata da quasi tutti gli altri membri. Il Regno Unito si è astenuto. Nella bozza del testo, l'Assemblea generale chiede "un cessate il fuoco umanitario immediato" e il "rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi".

Sanzioni Ue contro Hamas: sì di Italia, Francia e Germania a Borrell

I ministri degli Esteri di Italia, Francia e Germania favorevoli ad "un regime sanzionatorio ad hoc contro Hamas e i suoi sostenitori". In una lettera inviata all'Alto rappresentante per la politica estera europea, di cui l'Adnkronos ha copia, Antonio Tajani, Catherine Colonna e Annalena Baerbock esprimono il loro "pieno sostegno alla proposta" di Josep Borrell, che "dovrebbe permettere all'Ue di colpire i membri di Hamas, i gruppi affiliati e i sostenitori delle sue attività destabilizzanti".

"La rapida adozione di questo regime sanzionatorio - sottolineano i ministri, che oggi si vedranno a Bruxelles in occasione del Consiglio affari esteri - ci permetterà di mandare un forte messaggio politico sull'impegno dell'Ue contro Hamas e la nostra solidarietà con Israele dopo gli attacchi del 7 ottobre". La lettera segue il documento comune presentato da Germania, Francia e Italia alla riunione dei ministri degli Esteri del mese scorso.

Gli Stati membri dell'Ue devono "concordare non una richiesta di cessate il fuoco" nella Striscia di Gaza, "perché non è ritenuta appropriata dal Consiglio di Sicurezza, ma di una serie di pause" nella guerra, "per rendere meno terribile la situazione dal punto di vista umanitario", dice intanto l'Alto Rappresentante dell'Ue Borrell, a margine del Consiglio Affari Esteri a Bruxelles. "Migliaia di persone vengono sospinte al confine con l'Egitto - prosegue - e le prospettive sono davvero terribili. La popolazione di Gaza non deve essere espulsa dalla propria terra", dice.

Idf: "Eliminato capo battaglione Shejaiya di Hamas"

"Eliminato Emad Krikae, comandante del battaglione Shejaiya di Hamas". Ad annunciarlo sui profili social sono le Forze di difesa israeliane.

"Dopo l'uccisione del precedente comandante del battaglione Shejaiya di Hamas - spiegano le Idf -, Krikae ha assunto la posizione. In precedenza, è stato vice comandante del battaglione e responsabile dell’addestramento sui missili anticarro nella Brigata della città di Gaza".

Paesi arabi in sciopero in solidarità con Gaza

Dal Libano alla Mauritania, passando per la Giordania. Sono numerosi i Paesi arabi dove oggi sono in corso scioperi in solidarietà con la popolazione della Striscia di Gaza e per chiedere il cessate il fuoco immediato nella guerra in corso dal 7 ottobre. E questo in risposta all'appello degli attivisti filo-palestinesi, che avevano chiesto una giornata globale di boicottaggio e di scioperi per chiedere la fine delle ostilità a Gaza.

In Giordania, ad esempio, molte strade risultano deserte e diversi negozi sono chiusi in segno di protesta ad Amman e in altre città del Paese. Davanti alla saracinesche abbassate dei negozi sono stati collocati poster con la scritta lo slogan "#strikeforgaza" per dichiarare la partecipazione degli esercenti allo sciopero.

In Libano è in corso uno sciopero generale, che ha portato alla chiusura anche degli istituti governativi e delle scuole pubbliche e private. Chiuse anche le banche, tra cui la Banca centrale, le università e i siti archeologici, come riporta il sito del quotidiano libanese Naharnet.

In Mauritania il ministero dell'Istruzione superiore ha rinviato tutti gli esami e le lezioni che erano in programma per oggi ''per permettere agli studenti di prendere parte ad attività in corso in sostegno di Gaza''.

Negozi chiusi anche in Turchia, dove 25 municipalità hanno aderito simultaneamente allo sciopero in solidarietà con la popolazione della Striscia di Gaza. Sui social sono state diffuse immagini del centro di Istanbul con le saracinese degli esercizi commerciali abbassate.

Razzi dal Libano contro Israele

Almeno 8 razzi sono stati sparati da Libano contro la città settentrionale israeliana di Ma'alot-Tarshiha. Lo ha riferito l'esercito israeliano, aggiungendo che il lancio non ha provocato feriti e che 6 missili sono stai intercettati dal sistema di difesa aerea Iron Dome, mentre altri due sarebbero caduti in aree aperte. L'Idf ha comunicato che sta rispondendo con bombardamenti di artiglieria contro le aree di provenienza degli attacchi, nel sud del Libano.

Raid Israele vicino ospedale Al-Amal

Diversi raid aerei israeliani sono stati lanciati stamattina vicino all'ospedale Al-Amal, nel sud della città di Gaza. Lo ha reso noto la Mezzaluna Rossa palestinese (Prcs). "Le forze di occupazione hanno continuato i bombardamenti di artiglieria a nord della sede dell'associazione, che ospita 13.000 sfollati", ha scritto su X la Pcrs.

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