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Covid, da vaccino Oxford "forte risposta immunitaria"

Studio Lancet: "Potrebbe essere anche più forte dopo una seconda dose". Oms: "Una buona notizia". Lo scienziato italiano: "Risultati incoraggianti"

Foto AFP
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20 luglio 2020 | 16.39
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Il vaccino sviluppato da Astrazeneca in collaborazione con lo Jenner Institute dell'università di Oxford, con il coinvolgimento anche dell'azienda italiana Irbm, sembra funzionare contro Covid-19: è sicuro e produce una risposta immunitaria contro la malattia, secondo i risultati delle prime fasi di sperimentazione pubblicati su 'Lancet'. Risultati molto promettenti, dunque, anche se ancora preliminari.

Secondo il trial clinico in corso su 1.077 volontari adulti sani, il vaccino ChAdOx1 "induce una consistente risposta da parte di cellule T e anticorpi" , spiegano i ricercatori, sottolineando che la risposta immunitaria "potrebbe essere anche più forte dopo una seconda dose", secondo i risultati di uno studio clinico su un piccolo sottogruppo di partecipanti, una decina di persone.

Il vaccino si basa su un virus che provoca il raffreddore comune negli scimpanzé, geneticamente modificato anche per 'sembrare' più simile al coronavirus trasferendo le informazioni genetiche della 'proteina spike', con cui il virus invade le nostre cellule.

Le concentrazioni di cellule T, che coordinano il sistema immunitario e sono in grado di identificare quali cellule sono state infettate e distruggerle, hanno raggiunto il picco 14 giorni dopo la vaccinazione dei volontari sani coinvolti nello studio e i livelli di anticorpi dopo 28 giorni. Lo studio non è durato a sufficienza per capire la durata della risposta immunitaria, che però risultava ancora presente fino a 56 giorni dalla somministrazione del vaccino. Il vaccino è risultato sicuro; non ci sono stati effetti collaterali gravi, il 70% delle persone coinvolte nel trial ha sviluppato febbre e mal di testa.

Questi primi risultati "sono estremamente promettenti - commenta soddisfatto Andrew Pollard, del gruppo di ricerca di Oxford - e crediamo che il tipo di risposta immunitaria possa essere protettivo" contro Sars-Cov-2. Lo studio ha mostrato che il 90% dei volontari ha sviluppato anticorpi neutralizzanti dopo una dose, solo 10 hanno ricevuto una seconda dose e l'effetto è stato lo stesso. "Stiamo ancora giocando la partita: non conosciamo il livello necessario per la protezione dal virus, ma possiamo massimizzare le risposte immunitarie con una seconda dose".

Lo scienziato italiano: "Risultati incoraggianti"

OMS - "Davvero una buona notizia quella che arriva dalla pubblicazione su Lancet dei dati sul vaccino di Oxford University ma anche della pubblicazione in pre-print del trial di BionTech e Pfizer: è davvero grande vedere questi dati, e noi ci congratuliamo con i colleghi di Oxford University, di Astrazeneca e di BionTech e Pfizer". Lo ha detto il capo delle emergenze sanitarie dell'Organizzazione mondiale della sanità, Mike Ryan, in conferenza stampa a Ginevra, rispondendo ai giornalisti sulle ultime novità relative a candidati vaccini anti-Covid.

"Questi vaccini - ha ricordato l'esperto - non hanno provocato seri effetti collaterali e hanno generato anticorpi neutralizzanti. Si tratta di risultati positivi, ma che arrivano ancora da studi di fase I, quindi aspettiamo ulteriori dati. E' comunque importante vedere i progressi di due dei 23 candidati vaccini attualmente in fase clinica", ha detto Ryan. "Non facciamo errori: dobbiamo continuare ad accelerare nella ricerca di un vaccino anti-Covid - ha sottolineato il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus - mentre facciamo il massimo con ciò che abbiamo".

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