Sono circa cinque milioni gli iraniani registrati sui social media. E' quanto emerge dai dati comunicati dal ministro della Cultura e della Guida Islamica, Ali Jannati. Secondo quanto riportato dal ministro, WhatsApp e Viber sono tra i più utilizzati dagli iraniani. Ma per il fronte ultraconservatore sono "fonti di deviazione morale per la società".
Sono circa cinque milioni gli iraniani registrati sui social media. E' quanto emerge dai dati comunicati dal ministro della Cultura e della Guida Islamica, Ali Jannati, come riferisce il sito d'informazione del Parlamento iraniano 'Icana'. Secondo quanto riportato dal ministro, WhatsApp e Viber sono tra i più utilizzati dagli iraniani.
Il sito d'informazione spiega che, su disposizione del ministero della Cultura, alcuni poteri restrittivi del 'Comitato per il controllo dei reati sul web', sono stati limitati, lasciando maggiore spazi di libertà agli utenti.
E' la prima volta che un'autorità governativa iraniana conferma ufficialmente una presenza così importante degli iraniani sui social network.
L'uso di Internet in Iran e' sottoposto ad un rigido controllo da parte della Polizia Informatica (Fata) e degli organi dell'intelligence. Il fronte ultraconservatore infatti ritiene opportuno oscurare queste realtà moderne di comunicazione, che definisce come "fonti di deviazione morale per la società iraniana".
Negli ultimi mesi, in diverse occasioni, i membri dell'attuale governo filo-moderato di Hassan Rohani, hanno chiesto lo sblocco della censura dell'intelligence esercitata sui social network, provocando l'ira del fronte conservatore.
Milioni di iraniani, in particolare i giovani, comunicano tramite i social network, neutralizzando, tramite l'uso di appositi programmi informatici, gli strumenti di censura e di controllo utilizzati dalla polizia informatica e da vari organi dell'intelligence del Paese. I social media si sono trasformati anche in un luogo virtuale in cui condividere passioni politiche, sociali e culturali tra i giovani iraniani.