Si combatte a due chilometri dalla città e dal sito archeologico.
I jihadisti dello Stato Islamico (Is) stanno avanzando verso Palmira, sito archeologico dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'umanità a 240 chilometri a sud ovest di Damasco. A lanciare l'allarme sono gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani. I miliziani dell'Is hanno già distrutto alcuni importanti siti archeologici in Iraq, come quello di Nimrud risalente a tremila anni fa e quello assiro di Hatra, città patrimonio dell'Unesco, sparando con kalashnikov contro manufatti del II-III secolo a.C.. Prima avevano distrutto con asce e picconi le statute conservate nel museo di Mosul e avevano dato fuoco a libri antichi della biblioteca che si trova sempre a Mosul, roccaforte dell'autoproclamato Califfato.
''Palmira è minacciata'', ha ora avvertito Rami Abdel Rahmane, il direttore dell'Osservatorio. ''La battaglia si combatte ora a due chilometri a est della città dopo che l'Is ha preso il controllo di tutte le postazioni dell'esercito (siriano, ndr) tra al-Soukhna e Palmira", ha precisato. Il governatore della provincia di Homs Talal Barazi ha detto che dopo la caduta di al-Soukhna 1.800 famiglie sono fuggite verso Palmira dove si trovano tre centri di accoglienza. Nella notte tra martedì e mercoledì gli scontri che si sono registrati in questa zona hanno causato la morte di 110 persone, tra cui 70 uomini delle forze del regime e 40 jihadisti, tra cui due comandanti.
Per l'Unesco Palmira ha un ''valore inestimabile''. Nel sito vi sono rovine monumentali di una grande città e di uno dei più importanti centri culturali dell'antichità. Ci sono templi ben conservati risalenti al primo e al secondo secolo dopo Cristo e strade ricche di colonne.
L'interpretazione estremista del Corano che segue l'Is spinge i jihadisti a considerare inammissibili edifici risalenti all'epoca pre-islamica, ma anche quelli riconducibili ad altre fedi o ad altre sette dell'Islam o quelli in cui si onorano leader religiosi defunti diversi da Dio.