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Comunicato stampa

Allarme challenge: un giovane su quattro non esclude di fare o farsi del male pur di partecipare

Nicola Ferrigni, direttore Osservatorio Generazione Proteo
Nicola Ferrigni, direttore Osservatorio Generazione Proteo
16 giugno 2023 | 18.17
LETTURA: 3 minuti

Preoccupano i dati dell’Osservatorio “Generazione Proteo” dell’Università degli Studi Link sul fenomeno delle sfide online alla rincorsa forsennata dei like.

Il direttore Nicola Ferrigni lancia una campagna social: “Azzeriamo i like al canale YouTube di The Borderline”

Azzerare i like a The Borderline. All’indomani della tragica vicenda del piccolo Manuel Proietti, morto nell’incidente di Casal Palocco a causa di una delle tante sfide estreme che ormai popolano i social, Nicola Ferrigni, direttore dell’Osservatorio “Generazione Proteo” e professore associato di sociologia all’Università degli Studi Link, ha lanciato una campagna social che in poche ore è divenuta virale. “Questa immane tragedia – dichiara Ferrigni – mi ha spinto a chiedere a tutti i follower di The Borderline di togliere il “mi piace” al loro canale YouTube. Sono convinto che un azzeramento dei follower sui canali di questi YouTuber rappresenterebbe un fortissimo messaggio civico e di riscatto culturale della nostra società, nel rispetto del piccolo Manuel”.

Una vicenda che ha scosso l’intera opinione pubblica. Assurdo morire così, a soli 5 anni, a causa di cinque ventenni alla guida di una Lamborghini presa a noleggio per girare il video “50 ore in macchina”. “Credo – continua Nicola Ferrigni – che l’azzeramento improvviso di follower dal canale YouTube di The Borderline sarebbe un giusto messaggio per i cinque giovani autori della cosiddetta “sfida”, in aggiunta a quanto loro verrà dal processo per omicidio stradale che sicuramente avrà luogo”.

“Generazione Proteo”, l’Osservatorio permanente sui giovani dell’Università degli Studi Link, ha esplorato il fenomeno delle challenge all’interno dell’11° Rapporto nazionale di ricerca sugli studenti italiani nella fascia di età 16-19 anni, presentato soltanto un mese fa. I dati sul fenomeno sono preoccupanti.

Allarme challenge: un giovane su quattro non esclude di fare/farsi del male pur di partecipare. Il 72,2% degli intervistati esclude la possibilità di fare/farsi del male pur di partecipare a una challenge con gli amici, a fronte del 3,6% che risponde invece affermativamente. C’è tuttavia un allarmante 23,4% che non esclude a priori questa possibilità, riservandosi di decidere in base alla richiesta.

I social accrescono il disagio psicologico dei giovani. Oltre il 40% sarebbe d’accordo a vietarli ai minori di 15 anni sulla base del provvedimento attualmente allo studio in Francia. I giovani sono convinti che i social contribuiscano ad accrescere il disagio psicologico dei giovani, il 51,7% “abbastanza”, il 23,9% “molto”. A conferma di ciò, il 41,4% sarebbe d’accordo se anche in Italia si adottasse il provvedimento attualmente allo studio in Francia, che prevede di vietare i social ai minori di 15 anni.

OnlyFans: per la metà dei giovani è un modo per fare soldi e una forma di lavoro. Il 6% ha un account, il 4,9% lo ha avuto. Nell’immaginario dei giovani italiani, la scelta di condividere contenuti su OnlyFans si lega principalmente a motivazioni di carattere utilitaristico/economico: il 38,9% lo considera infatti un modo per fare soldi, l’11,1% intravede in tali attività un lavoro/una carriera. Per contro, il 27,7% pensa si tratti di una forma di mercificazione del proprio corpo, e il 13,5% non esita a definire tale attività come vero e proprio atto di pornografia. Se si pensa altresì che OnlyFans è vietato ai minori di anni 18, non è da sottovalutare che il 6% dichiari di avere un account, cui si aggiunge il 4,9% che dichiara di averlo avuto, seppur momentaneamente.

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