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Aeroporto Venezia, accordo con fondi esteri per riassetto

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03 aprile 2017 | 12.49
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I fondi esteri stanno per atterrare sul gruppo Save, la società che gestisce il polo aeroportuale Venezia-Treviso. Dopo l'accordo raggiunto dai due soci storici Enrico Marchi e Andrea De Vido sull'uscita di quest'ultimo dal capitale di Finint, la società finanziaria che controlla l'aeroporto, nel weekend è stato siglato anche l'accordo per il riassetto di Save con i fondi infrastrutturali europei gestiti da Deutsche Asset Management e InfraVia Capital Partners .

La partnership prevede la costituzione di una newco (nuova società) in cui far confluire la partecipazione di controllo di Save, che a sua volta lancerà un'offerta pubblica di acquisto obbligatoria al prezzo di 21 euro per azione. La newco (o BidCo), spiega una nota, "sarà partecipata da Enrico Marchi e dai fondi gestiti da Deutsche Asset Management e InfraVia e controllata congiuntamente dagli stessi tre soggetti".

Dunque, il presidente e ad Enrico Marchi non avrà più la maggioranza di controllo della Save, ma al closing dell'accordo con i fondi verrà stipulato un accordo parasociale per il controllo congiunto della società. "Il mio impegno è stato quello di garantire continuità al management e di tenere a Venezia la testa del sistema degli aeroporti del Nord-Est", dice Marchi, sul riassetto azionario del gruppo.

"Siamo molto soddisfatti per l’accordo raggiunto con il fondamentale supporto delle prime due banche del Paese, Intesa Sanpaolo con Banca Imi e UniCredit, e che dà al Gruppo Finanziaria Internazionale un assetto azionario chiaro e stabile. Si è trattato di un passo fondamentale per una realtà nata oltre 30 anni fa, che è cresciuta fino a diventare un operatore finanziario, e oggi anche una banca".

Sulle tempistiche, potrebbe volerci qualche mese per chiudere: l'accordo è subordinato all'avverarsi, entro il 30 luglio 2017, prorogabile al 30 agosto 2017, di alcune "condizioni sospensive pattuite nell'interesse esclusivo dell'acquirente". Tra queste, l'autorizzazione della competente autorità antitrust, l'autorizzazione della Banca d'Italia e il buon esito dell'accordo raggiunto con De Vido.

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