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Tasse, il fisco ha 8 anni per riprendersi i soldi

Per recuperare le tasse, le imposte ed i contributi non versati o le agevolazioni fiscali indebitamente percepite

Un ufficio dell'agenzia delle entrate
Un ufficio dell'agenzia delle entrate
03 novembre 2023 | 18.37
LETTURA: 3 minuti

Il fisco avrà otto anni di tempo per recuperare le tasse, le imposte ed i contributi non versati o le agevolazioni fiscali indebitamente percepite. Lo stabilisce il decreto legislativo attuativo della riforma fiscale, approvato dal Consiglio dei ministri.

Nella nota di palazzo Chigi si spiega che è previsto ''un unico procedimento accertativo" attraverso la pec "indipendente dalla natura del credito indebitamente utilizzato in compensazione, che prevede tra l’altro la possibilità di definire in via agevolata le sanzioni e un unico periodo di decadenza, di otto anni dall’utilizzo del credito, del potere di notifica dell’atto''.

La misura ''in assenza di specifiche disposizioni'' si applica anche per ''il recupero di tasse, imposte e importi non versati, compresi quelli relativi a contributi e agevolazioni fiscali indebitamente percepiti o fruiti o a cessioni di crediti di imposta in mancanza dei requisiti''.

Come cambia l'accertamento

Il nuovo 'procedimento accertativo' del fisco prevede la partecipazione del contribuente al procedimento di accertamento, che sarà indipendente dalla natura del credito. L'invio delle conseguenti comunicazioni avverrà attraverso la pec entro 8 anni.

Gli atti di recupero riguardano: crediti, sia non spettanti che inesistenti, compensati indebitamente, in tutto o in parte; importi non versati, compresi quelli relativi a contributi e agevolazioni fiscali indebitamente percepiti o fruiti; cessioni di crediti di imposta in mancanza dei requisiti. Il procedimento accertativo prevede la possibilità di versare un terzo delle sanzioni. Con riferimento all’indebito utilizzo del credito, viene definito un unico periodo di decadenza del potere di notifica dell’atto entro 8 anni dall’utilizzo dello stesso.

I controlli automatizzati della dichiarazione dei redditi possono essere automatici o formali e, nel caso in cui dovessero emergere delle incongruenze, l’Agenzia delle entrate notifica al contribuente l’avviso bonario.

Le soluzioni tra cui scegliere sono diverse. Si possono pagare le somme con una sanzione ridotta al 10% in caso di controllo automatico e al 20% in caso di controllo formale; procedere al versamento in forma rateale secondo le istruzioni presenti nell’avviso; presentare le proprie osservazioni chiedendo l’annullamento parziale o totale dell’avviso; non procedere al pagamento, con conseguente iscrizione a ruolo e notifica della cartella.

L'accertamento dell’imposta e delle sanzioni si svilupperà in una prima fase di processo verbale di constatazione, emesso dall’Agenzia delle entrate o dalla guardia di finanza. Successivamente scatterà l'atto di accertamento e, una volta notificato il procedimento, il contribuente può decidere se aderire entro 30 giorni dalla notifica, con la riduzione delle sanzioni a un sesto del minimo edittale. L’Agenzia delle entrate notifica entro i successivi 60 giorni l’atto di definizione. Nella disposizione è specificato che i termini per l’accertamento restano sospesi. Chi non aderisce alla proposta, entro 30 giorni, riceverà una notifica dello schema del provvedimento di accertamento. Inoltre, nei successivi 60 giorni, prorogabili di ulteriori 30 nei casi di maggiore complessità, viene avviato il contraddittorio. In questo caso il contribuente può aderire allo schema del provvedimento, pagando l’imposta con sanzioni a un terzo. In alternativa il contribuente può proporre un'istanza di accertamento con adesione o attendere la notifica del provvedimento definitivo per poterlo impugnare.

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