Il progetto prevede la chiusura dello stabilimento di Carinaro, in Campania, e e del centro ricerca e sviluppo di None, in Piemonte. Il governo si dice 'fortemente contrario' e i sindacati insorgono. Ma l'azienda ribadisce "è il miglior piano che possiamo presentare"
"Nessuno verrà lasciato da solo". La rassicurazione arriva da Davide Castiglioni, amministratore delegato Whirlpool Italia, dopo la presentazione di un piano industriale che però rassicura ben pochi interlocutori, fra governo e lavoratori. Infatti il piano industriale di Whirpool prevede la chiusura dello stabilimento Indesit di Carinaro, in provincia di Caserta, dove lavorano circa 800 persone, e del centro ricerca e sviluppo di None, in provincia di Torino per un impatto complessivo di 1340 posti a rischio.
Per Castiglioni "il piano che abbiamo presentato pone l'Italia al centro di investimenti significativi ed è il miglior piano che possiamo porre in essere per garantire continuità e sostenibilità a lungo termine". L'ad ha quindi ribadito che l'azienda "è disponibile al confronto sui siti di Carinaro e None" e che nel corso dell'incontro col governo al Mise "si è parlato di un piano sociale per la Campania". L'azienda sottolinea poi come "i 500 milioni di euro di investimenti nei processi, nei prodotti e nella ricerca e sviluppo previsti per i prossimi quattro anni in Italia eccedono largamente gli 83 milioni di euro messi a disposizione da Indesit nel 2013 e rafforzano ulteriormente il ruolo centrale che l’Italia ricopre per Whirlpool nella regione Emea".
Ma l'annuncio ha da subito scatenato proteste e richieste di interventi. Il governo, attraverso una nota del ministero dello Sviluppo economico pur riconoscendo "gli aspetti positivi e certamente importanti sul fronte degli investimenti e dell’incremento dei volumi" ha espresso "forte contrarietà per gli aspetti legati agli impatti occupazionali inerenti diversi siti produttivi, alcuni dei quali in aree del Paese già colpite da fenomeni di deindustrializzazione". Il riferimento è chiaramente alla situazione in Campania, regione già colpita da fenomeni di deindustrializzazione che negli ultimi decenni hanno lasciato una pesante eredità sul fronte occupazionale.
L'esecutivo, pertanto, ha chiarito a Whirlpool di considerare il piano "solo un punto di partenza", nel quadro "di un confronto che si svilupperà nelle prossime settimane" e "ha da subito chiesto all’azienda di confermare l’impegno a non procedere a licenziamenti unilaterali".
Sul piede di guerra amministratori locali e sindacati. Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro invita il governo a "sentire le regioni" per definire " insieme strategie e piani per salvare i lavoratori e lo stabilimento" di Carinaro. Dalle Marche, dove l'impianto di Albacina sarà chiuso per trasferire i lavoratori nel vicino impianto di Melano, il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ricorda a Whirlpool che "debbono essere rispettati gli impegni dell'accordo del 2013". Dalla Uil Campania il segretario generale Giovanni Sgambati sottolinea che "Whirpool si assume la grande responsabilità di chiudere l'ultima realtà che ha nella storia del marchio Indesit" per di più "in un territorio già devastato come Caserta". Sono "decisioni di chiusure che non possiamo condividere" gli fanno eco Michela Spera, segretaria nazionale Fiom, e Gianni Venturi, coordinatore nazionale per il gruppo Whirlpool-Indesit.