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Ucraina, allarme cerealisti a governo: "crisi senza precedenti, servono misure emergenza"

"Stop ai vincoli Ue su ogm e pesticidi per l'import di mais da Usa e Argentina per 6 mesi"

(Fotogramma)
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02 marzo 2022 | 19.12
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Consentire l'import di mais da Usa e Argentina per un periodo di sei mesi derogando dagli attuali vincoli comunitari su ogm e pesticidi. E' la principale misura di emergenza richiesta dai cerealisti italiani in una lettera indirizzata dall'Anacer, l'associazione nazionale di riferimento, ai ministri delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e degli Esteri Luigi Di Maio nei giorni scorsi. I cerealisti sono infatti molto preoccupati per le ripercussioni che la crisi Russo-Ucraina rischia di provocare nella catena di approvvigionamento dell’industria alimentare e mangimistica italiana in quanto il paese è uno dei principali fornitori italiani di grano tenero, mais, farina di girasole, prodotti destinati prevalentemente all’industria di prima trasformazione (mangimifici e molini).

"Il blocco dei cargo provenienti dal mar Nero e dal mar d’Azov, ma soprattutto la mancanza di origini alternative per l’approvvigionamento dell’industria nazionale provocherà una crisi senza precedenti, - spiegano i cerealisti nella missiva che Adnkronos ha potuto visionare - per fronteggiare la quale occorre prendere delle decisioni sin d’ora". Infatti, spiegano "le scorte a disposizione sul territorio del nostro Paese non potranno sostenere a lungo il mancato approvvigionamento dall’Ucraina, per cui riteniamo sia importante valutare la possibilità di autorizzare l’arrivo di questi prodotti da origini attualmente precluse dalla regolamentazione comunitaria".

In particolare, il problema si pone per il mais, in quanto i Paesi in grado di fornire le quantità necessarie di questo cereale all’industria italiana e comunitaria sono gli Stati Uniti e l’Argentina, ma "le importazioni da queste origini sono limitate, di fatto, dalle caratteristiche qualitative richieste dalla legislazione comunitaria: per quanto riguarda gli Stati Uniti la limitazione deriva dalle varietà Ogm ivi coltivate che non sono ancora autorizzate nella Ue, mentre per l’Argentina dai limiti massimi dei residui di pesticidi che ne impediscono la commercializzazione in Europa".

"Considerato lo stato di emergenza - sollecita l'Anacer - sarebbe necessario derogare dai vincoli regolamentari per un periodo limitato di 6 mesi al fine di permettere l’approvvigionamento fino al prossimo raccolto maidicolo comunitario".

I cerealisti vedono poi un ulteriore motivo di preoccupazione per l’approvvigionamento di cereali e semi oleosi dai Paesi dell’Est europeo, perché l’alternativa degli arrivi via treno in Italia viene limitata dalla rete ferroviaria slovena che, trovandosi in via di ristrutturazione non potrà garantire l’arrivo di materie prime da Ungheria e Romania, "causando ulteriore motivo di instabilità per l’intero comparto mangimistico e molitorio". E non ultimo, gli importatori italiani per il settore agroindustriale invocano "flessibilità" nelle dogane dei porti italiani di arrivo sulla documentazione (certificati di origine, certificati fitosanitari, ecc.) che accompagna la merce sulle navi che sono riuscite ad imbarcare grano, mais ed altri prodotti prima dello scoppio delle ostilità, e che le dogane ucraine non hanno potuto rilasciare e non potranno fornire a causa del conflitto bellico, al fine di "evitare blocchi della merce o ritardi nelle consegne".

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