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Tangenti Algeria, assolti Scaroni e l'Eni

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19 settembre 2018 | 17.39
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I giudici della quarta sezione penale di Milano hanno assolto l'ex amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, per corruzione internazionale nel processo sulla presunta maxi tangente, pagata da Saipem in Algeria. Condannati anche sei degli imputati, assolta la società Eni e condannata invece Saipem dichiarata "responsabile dell'illecito amministrativo" e multata per 400mila euro. Per Saipem la corte ha ordinato la confisca per oltre 197 milioni di euro "pari al prezzo del reato".

La corte ha assolto Scaroni, attuale presidente del Milan, "per non aver commesso il fatto", respingendo la richiesta avanzata dall'accusa di condannare il manager a 6 anni e 4 mesi. I giudici hanno condannato per corruzione internazionale Farid Noureddine Bedjauoi (5 anni e 5 mesi), braccio destro dell'ex ministro dell'Energia del governo algerino, Chekib Khelil, ritenuto dagli inquirenti milanesi il collettore delle tangenti destinate ai politici di Algeri. Secondo l'impianto accusatorio, Saipem (partecipata da Eni) avrebbe versato a una cerchia di politici algerini una maxi tangente da 198 milioni di euro in cambio di commesse petrolifere del valore complessivo di 8 miliardi. 

Condannati entrambi a 4 anni e 9 mesi l'ex direttore operativo di Saipem Pietro Varone e l'ex amministratore delegato del gruppo Pietro Tali; per l'ex direttore finanziario Alessandro Bernini la pena è di 4 anni e 1 mese; condanna a 4 anni e 1 mese anche per il presunto riciclatore delle mazzette Omar Habour e Samyr Ouraied, stretto collaboratore di Bedjauoi. Assolto, oltre a Scaroni, anche il manager Eni Antonio Vella, ex responsabile del gruppo per l'area del Nord Africa. Ritenuta responsabili dai giudici milanesi solo Saipem, a processo insieme a Eni (assolta) ai sensi della legge 231 sulla responsabilità amministrativa. L'accusa aveva richiesto ai due gruppi il pagamento di una sanzione pecuniaria da 900mila euro ciascuno. Le motivazioni della sentenza dei giudici della quarta sezione penale saranno rese note tra 90 giorni. 

ENI, SODDISFATTI DA ASSOLUZIONE - Eni prende atto "con soddisfazione" della decisione di assoluzione perché il fatto non sussiste pronunciata dal tribunale di Milano nel processo sulla presunta maxi tangente, pagata da Saipem in Algeria, nel periodo 2007-2011. "La sentenza conferma la decisione di proscioglimento presa nel 2015 dal gup e sancisce l'estraneità della società e del management alle presunte condotte illecite oggetto del processo", si legge in una nota. Eni, prosegue la nota, "è lieta che il processo abbia avvalorato gli esiti delle verifiche promosse dalla società e realizzate da soggetti terzi indipendenti sulle attività oggetto di giudizio, verifiche che escludevano già all'epoca qualsiasi coinvolgimento di Eni e del suo management in relazione a condotte illecite o corruttive". 

SCARONI, DA SEMPRE FIDUCIA IN GIUDICI - "Sono felice della decisione del Tribunale di Milano" ha commentato Paolo Scaroni. "Devo dire che sono sempre stato sereno e ho sempre avuto fiducia nel lavoro dei giudici. Del resto questa sentenza si pone in continuità con quella di non luogo a procedere del gup di Milano che già mi aveva assolto sulla stessa vicenda".

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