La Sugar tax, prevista in Italia dal 2023, per aranciate, chinotto, aperitivi analcolici e più in generale per tutte le bevande analcoliche, è inutile per la salute e dannosa per le tasche dei consumatori. In particolare, il 60% dei consumatori è per nulla o poco d’accordo con questo provvedimento perché lo ritiene inutile ed un’ennesima imposta a danno soprattutto delle categorie più povere. A rilevarlo è un'indagine condotta da Nomisma per conto di Assobibe, l'associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche.
"Ancora più evidente il dissenso degli italiani quando scoprono che la tassa colpisce anche le bevande analcoliche senza zucchero: in questo caso la percentuale dei contrari o poco favorevoli sale all’83%" commenta Giangiacomo Pierini, presidente Assobibe. L'imposta si applica alle bevande caratterizzate dal gusto dolce, siano esse con e senza zucchero, ed è pari a 10 euro ad ettolitro di bevanda che grava sui produttori.
Ma i prezzi al consumo subiranno inevitabilmente aumenti, secondo le stime di Nomisma l’introduzione della tassa comporterà un aumento medio del 13% per le aranciate, dell’11% per chinotti, sode, limonate e aperitivi analcolici solo per citarne alcuni" afferma il presidente di Assobibe Giangiacomo Pierini commentando la ricerca. Dalla ricerca risulta inoltre che "solo il 4% dei consumatori è disposto a pagare l'aumento dei prezzi e la stragrande maggioranza dei consumatori è contraria alla sugar tax".
Non convincono le finalità dell’imposta: secondo gli intervistati, infatti, la Sugar tax non porterà ad una riduzione significativa dei consumi di bibite analcoliche visto che per il 76% non favorirà la riduzione dell’obesità tra i giovani né faciliterà una corretta alimentazione. Va ricordato, infatti, che le bevande analcoliche sono responsabili solo dell’1% dell’apporto di zucchero assunto quotidianamente.