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Stop a scontrino fiscale dal 2017, vita più facile per i contribuenti

Approvati dal Consiglio dei ministri tre decreti legislativi della delega fiscale. Padoan: "Fatto passo in avanti". Scontrini fiscali irregolari in oltre la metà dei negozi

Stop a scontrino fiscale dal 2017, vita più facile per i contribuenti
21 aprile 2015 | 20.34
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Un sistema fiscale più chiaro che aumenti l'efficienza della macchina pubblica e semplifichi la vita al contribuente. E' l'obiettivo dei tre decreti legislativi della delega fiscale approvati oggi dal Consiglio dei ministri: dalla fattura digitale, al superamento dello scontrino fiscale dal 2017, al ruling internazionale passando per le nuove norme sull'abuso di diritto.

"Oggi è stato fatto un passo avanti, abbiamo approvato un complesso di norme che, visto nel suo insieme, serve a costruire un sistema fiscale più trasparente e semplifica la vita del contribuente", ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan al termine del Cdm. "Un passo in avanti anche se non quello definitivo", ha aggiunto, visto che il grosso dell'attuazione della riforma (catasto, reati tributari e giochi, accertamento, tra gli altri) arriverà a metà giugno.

Ritirato subito dopo l'approvazione il 24 dicembre scorso per le polemiche sulla norma del 3%, arriva al traguardo il dlgs sull'abuso di diritto rivisto in un'ottica business friendly. Stralciata dal testo la controversa norma sulla soglia di depenalizzazione per gli evasori che verrà inserita nel dlgs sul regime sanzionatorio di giugno. L'abuso dunque è depenalizzato salvo poi ribilanciare tutto con il dlgs di prima dell'estate.

"Non c'è nessuna tensione interna nel governo su questa o altra questione della delega", ha detto Padoan, chiarendo che "frodi, reati tributari ed evasione, rientrano nell'ambito penale, l'abuso di diritto ha natura amministrativa". Il decreto "migliora le condizioni di certezza dei contribuenti", "delinea con certezza la condotta che il contribuente deve tenere" e "fornire margini chiari per non incorrere nella violazione involontaria", ha detto Padoan. All'amministrazione finanziaria andrà l'onere della prova, mentre il contribuente invece deve dimostrare il vantaggio extra-fiscale in vista del quale ha fatto l'operazione.

Grazie inoltre alle disposizioni sull'adempimento collaborativo, "l'Agenzia delle Entrate diventa di fatto un consulente del contribuente e non solo controllore", ha osservato ancora Padoan.

Il decreto introduce alcune novità in tema di termini di accertamento: a tutela del contribuente si prevede che il raddoppio dei termini in presenza di un reato penale sia possibile a condizione che la denuncia all'autorità giudiziaria da parte dell'Amministrazione finanziaria sia inviata entro i termini ordinari dell'accertamento. Il raddoppio non opera se la denuncia sia presentata o trasmessa oltre la scadenza ordinaria dei termini.

Via libera anche alla fattura digitale per il settore privato, ma "è facoltativa e non obbligatoria". Non vuol dire che lo scontrino va in soffitta, resta ma non a fini fiscali. Seppur non vincolante il governo punta ad un'ampia adesione attraverso una riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili a carico dei contribuenti che si avvalgono della fattura digitale, ma anche stop agli obblighi di comunicazione sullo 'spesometro' e alle 'black lists' e rimborsi Iva più veloci.

Le nuove disposizioni sul ruling internazionale invece "semplificano la normativa e colmano dei vuoti anche in ottemperanza di norme internazionali", in linea con le best practice Ocse. Gli interventi contenuti nel decreto sono finalizzati a: creare un contesto di maggiore certezza, anche eliminando alcune lacune dell'ordinamento domestico; ridurre gli adempimenti per le imprese e i relativi oneri amministrativi; eliminare alcune distorsioni del sistema vigente.

Tra le principali novità del decreto figura l'introduzione di accordi preventivi per le imprese con attività internazionale e l'istituto dell'interpello per le società che effettuano nuovi investimenti. Per l'accesso all'istituto è prevista una soglia minima di 30 milioni di euro per l'investimento, che può consistere anche nella ristrutturazione di imprese in crisi qualora ci siano effetti positivi sull'occupazione.

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