Il mercato di lavoro in Italia è sempre più in difficoltà. E' quanto emerge da un recente report, pubblicato dall'Istat nel quale è stato svelato l'andamento delle retribuzioni nel triennio 2014-2016. L'analisi rivela che i nuovi assunti nel 2016 hanno percepito uno stipendio più basso rispetto ai rapporti di lavoro già in essere. Ma non è solamente questo a destare preoccupazione: nel 2016, infatti, è stata rilevata una crescita dei contratti a tempo determinato e di quelli con orario part-time, a conferma delle difficoltà che stanno vivendo molte imprese, le quali difficilmente riescono a proporre contratti a tempo indeterminato e di 40 ore settimanali.
Nel dettaglio, per i nuovi contratti di lavoro la retribuzione mediana è pari a 9,99 euro, il 18,4% in meno di quanto guadagnato dai rapporti di lavoro già in essere. Per quanto riguarda i contratti a tempo determinato, invece, questi rappresentano il 71,9% dei nuovi assunti, mentre per i part-time il 36,1% con una crescita di oltre il 10%. Ma non è tutto: ci sono anche le differenze territoriali e di genere a destare preoccupazione. Ad esempio, il rapporto Istat rileva che il 60% delle lavoratrici percepisce una retribuzione oraria inferiore al valore medio. Agli uomini, invece, spetta uno stipendio più alto, tant'è che il 26,6% di loro guadagna 15 euro l'ora (solamente il 17,8% delle donne).
Netta anche la differenza di retribuzioni tra Nord e Sud: le province 'meglio pagate', infatti, sono Varese, Genova e Trieste, mentre quelle dove si guadagna meno, anche sotto i 10 euro l'ora, sono Ragusa, Benevento, Lecce e Salerno. Le regioni più virtuose sono Lombardia seguita da Trentino Alto-Adige e Piemonte, mentre nelle posizioni basse troviamo Calabria, Campania e Puglia.