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Bonomi: "Caldo come il covid, più cassa integrazione e smart working"

Il presidente di Confindustria sul Pnrr: "Sbagliato dall'origine, non va nella giusta direzione"

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21 luglio 2023 | 10.28
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Per fronteggiare il grande caldo che impatta sui lavoratori "la nostra idea è quella di perseguire quello che è stato fatto ai tempi del Covid e quindi sottoscrivere un protocollo fra associazioni datoriali e sindacati per consentire di avere delle soluzioni straordinarie in questo periodo che possano coprire tutta la platea dei lavoratori". A dirlo è stato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, a Sky Tg24.

"Stiamo parlando - ha spiegato Bonomi - anche di un qualcosa di particolare su smart working e quindi allargare di nuovo la possibilità di ricorrere a questa tipologia di lavoro in modo da consentire ai lavoratori di non spostarsi a rimanere presso le proprie abitazioni".

Il presidente di Confindustria ha riferito che "ci sono una serie di soluzioni tra cui quella della cassa integrazione anche per i lavori ovviamente più impattati da questa ondata di calore". "Pensare di dover mettere a rischio la propria vita perché si va al lavoro è qualche cosa che deve far riflettere tutti, non è un tema solo dell'associazione datoriale è un tema dei sindacati, è un tema del governo" ha chiarito.

Per quanto riguarda il Pnrr, continua, "è sbagliato dall'origine e non sta andando nella giusta direzione". Bonomi riconosce come pertanto sia "difficile accollare dei problemi a questo governo". Ricordando gli allarmi lanciati in passato Bonomi osserva come "i dati ci stanno dando ragione perché questo piano doveva essere un boost aggiuntivo agli investimenti pubblici che mobilitasse anche quelli privati". "Invece - spiega - così non è stato".

"Fin dall'inizio abbiamo detto al governo Conte che non andava nella direzione giusta" ricorda Bonomi sottolineando il rischio di spese inutili: “Se facciamo rotonde e piste ciclabili stiamo andando verso la sostenibilità ma non creiamo Pil ma ci stiamo indebitando in nome delle future generazioni, l'ultima rata del Pnrr nel 2058 la pagherà un ragazzo che non è ancora nato".

Per il presidente di Confindustria "se i soldi non hanno la finalità di crescita del Paese, si fa un danno alle future generazioni". Di qui la proposta "che parte dei fondi siano utilizzati per stimolare investimenti su transizioni e crescita del Paese”.

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