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Pensioni, si riaccende mischia tra sindacati e governo

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29 giugno 2017 | 17.44
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Si riaccende la mischia tra governo e sindacati sulle pensioni. Ad innescare un nuovo allarme l'indiscrezione dei giorni scorsi sulla possibilità che l'età di pensionamento, legata alle aspettative di vita dei lavoratori, avrebbe potuto, per effetto di un automatismo previsto per legge, subire un ritocco all'insù. Un'eventualità che ha gelato Cgil, Cisl e Uil che avevano appena dato il via libera all'Ape social, il pensionamento anticipato per lavoratori svantaggiati, con cui di fatto il governo aveva rimesso mano ai vincoli previsti dalla riforma Fornero, sempre osteggiata dai sindacati.

Il fronte dunque ritorna caldo e Cgil Cisl e Uil, in procinto di aprire la fase due del confronto sulle pensioni con l'esecutivo con cui parlare di previdenza ma sopratutto delle pensioni degli attuali under 30, tornano a ricompattarsi e a dare l'altolà al governo. Teatro della nuova intesa il congresso Cisl che ha sancito di fatto l'avvio di una strategia unitaria non solo sulle pensioni ma anche sul fisco. A dare il là il leader Cgil, Susanna Camusso, che dal palco dell'assise cislina mette in guardia il governo. "Attenzione che l'aumento dell'età pensionabile suonerebbe come un gigantesco schiaffo ai lavoratori e determinerebbe una rottura difficile da colmare", avverte, accusando il governo "di mancanza di coerenza" con quanto fatto e garantito solo pochi mesi fa.

Per questo, annuncia, il sindacato "ha il dovere collettivo di mettere in campo tutti gli strumenti perché nello scorcio di legislatura si blocchino gli automatismi e si comincino a dare risposte concrete alle prospettive del sistema previdenziale". Un 'dovere' raccolto appunto dalla Cisl di Annamaria Furlan che dal congresso uscirà riconfermata. "Sono assolutamente d'accordo" con Camusso perché "non è assolutamente pensabile un ulteriore aumento dell'età pensionabile. Serve invece una profonda rivisitazione del meccanismo di adeguamento alle aspettative di vita", dice rilanciando l'invito al governo di dare concreta attuazione a quella fase due del confronto sempre promesso ma mai concretizzato con cui "assicurare una pensione dignitosa ai giovani e il ripristino di meccanismi seppur parziali di aumento e di scatti per le pensioni in essere", conclude.

E d'accordo è anche la Uil di Carmelo Barbagallo. "Siamo contrari a ripristinare l'automatismo. Ci sembra ridicolo aumentare ancora l'età pensionabile bisogna invece guardare a cosa fa l'Eropa su questo tema", dice. Ma la ritrovata unità sindacale si estende anche ad un altro dossier caldo sul tavolo del governo: il fisco.

Cgil Cisl e Uil infatti intendono chiedere una riforma fiscale ormai "doverosa, possibile e necessaria", per dirla con Furlan, anche se nei particolari la visione continua ad essere diversa. La Cgil, infatti, insiste su una "tassazione delle rendite" con cui finanziare l'intervento di detassazione del lavoro senza perdersi dietro ad "insufficienti nuovi tagli del cuneo fiscale" o a nuove decontribuzioni sulle assunzioni mentre la Cisl insiste sul taglio Irpef per lavoratori dipendenti e pensionati. L'intento però resta comune. "Sono contenta che sia Camusso che Barbagallo abbiano colto l'esigenza di una piattaforma comune. Oggi infatti lo squilibrio è troppo forte visto che oltre il 90% dell'erario si basa sulle tasse pagate dai pensionati e dai lavoratori", commenta infatti Furlan. Ed è Barbagallo a ricordare a tutti come "le cose buone sono quelle che abbiamo fatto unitariamente. Mentre in tutto quello che non abbiamo mai realizzato eravamo da soli".

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