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Mutui, casa più cara con stretta Bce: come limitare i danni

Da surroga a rinegoziazione le soluzioni per chi non ce la fa a pagare la rata

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10 maggio 2023 | 15.10
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E' allarme casa con il nuovo rialzo dei tassi da parte della Bce. La nuova stretta decisa dalla Banca centrale ha portato rialzato il tasso degli interessi sul costo del denaro al 3,75% facendo crescere le spese di chi ha sottoscritto un contratto di mutuo a tasso variabile e per chi sta per stipulare un mutuo a tasso fisso.

Secondo l'associazione Altroconsumo infatti per chi ha già fatto un mutuo a tasso fisso la crescita dell’Irs, interest rate swap, non dà alcuna preoccupazione perché il tasso, una volta fissato il giorno della stipula del mutuo, non cambia. Più problemi potrebbe avere chi deve stipulare ora e nei prossimi mesi un mutuo a tasso fisso. L’Irs infatti, parametro di riferimento di un mutuo a tasso fisso, è già cresciuto triplicando il suo valore rispetto ad inizio 2022. Considerando che le banche non erogano mutui che hanno una rata superiore al 33% delle entrate mensili del richiedente si suppone che, con le rate in crescita, possa essere più difficile ottenere un mutuo a tasso fisso.

La soluzione potrebbe essere quella di allungare la durata del mutuo (così la rata mensile si riduce) oppure scegliere un mutuo variabile (con tutti i rischi del caso) o un mutuo a tasso misto: un mutuo variabile con un paracadute che fa sì che la rata non cresca di tanto.

Per chi ha già un mutuo a tasso variabile, invece, la situazione cambia. Infatti, la rata in questo caso viene ridefinita periodicamente (di solito ogni mese) sommando lo spread (che resta sempre lo stesso) all’Euribor del periodo di riferimento. Questo significa che se l’Euribor cresce di conseguenza anche la rata salirà. E l’Euribor è fortemente influenzato dal tasso di riferimento della Bce. Di quanto cresce la rata, dipende anche da quando si è stipulato il mutuo e per chi ha iniziato il mutuo da un po’ di tempo la crescita del tasso Euribor ha un effetto meno marcato.

Simulazioni alla mano, su un mutuo variabile di 100.000 euro durata residua 20 anni indicizzato all’Euribor 1 mese e con spread dell’1% una crescita del parametro di indicizzazione dello 0,5% incide ovviamente sulla rata che passerebbe da 611 euro a 624 euro. Una crescita quindi di 13 euro per rata, che sull’intero piano di ammortamento sarebbe di 3.120 euro.

Per limitare i danni sui mutui già accesi si potrebbe valutare una surroga e passare così a un tasso fisso o a un tasso misto. Nel primo caso ad esempio se il mutuo ha un tasso variabile pari ad euribor 1 mese più uno spread del 2% il suo tasso sarebbe oggi del 5% con una rata quindi di 1.186 euro. Scegliendo la migliore surroga oggi presente sul mercato la rata si ridurrebbe a 1.113 euro. Se i tassi fissi fossero troppo alti, non sostenibili per il vostro reddito, una soluzione potrebbe essere passare ad un tasso misto e quindi fissare la rate ad un certo valore massimo limitando i rischi del variabile; lo si può fare con un mutuo a rata protetta o un mutuo con cap.

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