La Cgil passa ai raggi X la legge di bilancio: in busta paga dai 7 ai 13 euro in più al mese
Ammonterà a 41,74 euro il beneficio netto al mese, per il solo 2023, reso possibile dal taglio del cuneo fiscale del 3% per quei redditi annui pari a 25mila euro lordi: 13,91 euro in più rispetto alla decontribuzione del 2% attuata dal Governo Draghi. E' la Cgil a passare ai raggi X la manovra 2023 del Governo Meloni confermando con i numeri le critiche rivolte ad una legge di bilancio che "non rappresenta una risposta adeguata all'aumento dell'inflazione e all'impoverimento di salari e redditi".
E in proporzione non va meglio ai redditi più bassi: per una retribuzione annua lorda di 10mila euro, che corrisponde a 796,23 euro netti, il taglio sortirà un effetto di 23,08 euro netti al mese: appena 7,6 euro in più della precedente decontribuzione. Porteranno a casa invece 34,62 euro lordi, cioè 26,65 euro netti al mese, appena 8,88 euro in più di quanto già percepivano, i redditi lordi pari a 15mila euro annui (1.153,85 euro lordi al mese) mentre la busta paga sarà incrementata di 46,15 euro lordi al mese (30,39 euro netti) con una maggiorazione del beneficio sul 2021 di appena 10,16 euro al mese, per quelli pari a 20mila euro lordi anno. Le modifiche al taglio del cuneo, dunque, restano per la Cgil, si legge in uno studio della confederazione di Corso Italia, "insufficienti" non solo oggettivamente ma anche rispetto a quanto aveva proposto il sindacato stesso che aveva sollecitato invece un taglio "strutturale" di almeno il 5% da accompagnare ad una "strutturale indicizzazione delle detrazioni per lavoro dipendente e pensione".