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La rivoluzione di Elon Musk può cambiare il mondo dei social

Il promemoria di Mauro Masi per Adnkronos

La rivoluzione di Elon Musk può cambiare il mondo dei social
19 dicembre 2022 | 12.35
LETTURA: 3 minuti

Inizia oggi una collaborazione con il gruppo AdnKronos per una rubrica settimanale: Il promemoria. L’obiettivo è quello di evidenziare ed approfondire alcuni temi (di economia, di costume, culturali) che dovrebbero, a mio avviso, restare, almeno per un po', nella nostra memoria scegliendoli tra i tanti, i tantissimi che l’informazione globale, la Rete e il sistema multimedia ci propongono ogni giorno; 24 ore al giorno.

• Per partire non si può non iniziare toccando quella che è la vera chiave della modernità: Internet. Il mondo della Rete è scosso in questi giorni da due tematiche principali: la conquista e la nuova gestione di Twitter da parte di Elon Musk e l’altro, il rovinoso crollo delle criptovalute. Non starò qui a raccontare i fatti, che peraltro tutti conoscono; Musk (l’uomo più ricco del mondo - con buona pace del francese Arnault e del connazionale Bezos che tentano di scalzarlo - uno che gioca a fare l’eccentrico e il fenomeno ma che, in realtà, è un cinico genio visionario) prima volente, poi nolente si è preso, comprandolo, uno dei social più diffusi e importanti al mondo; una roba che raggiunge (e influenza) svariate centinaia di milioni di persone al mondo in contemporanea. Lui lo vuole gestire a modo suo: licenzia e poi riassume personale, lancia messaggi o poi li ritira; una cosa però l’ha detta e poi l’ha fatta ed é importantissima: ha deciso che per accedere ai servizi di Twitter (per ora solo ad una parte di essi, quelli più interessanti) bisognerà pagare una fee, un abbonamento. Questa è una vera rivoluzione che può cambiare il mondo social e tutta la Rete che è cresciuta ed esplosa nell’assunto che tutto sia gratis. Cosa questa che ha enormemente facilitato un uso smodato, e molte volte, malato proprio dei social. Quando tutti saranno a pagamento (e, dopo Musk, presto lo saranno) è possibile che se ne faccia un uso più attento e consapevole e anche fare l’odiatore da tastiera, finalmente, avrà un costo, anche economico.

• L’altro tema è quello del crollo delle criptvalute; qualcosa che era stato pronosticato da grandi (e anche piccoli) economisti e da più o meno saggi operatori del mercato. Ma qui voglio vedere la cosa in un'altra ottica: ma a cosa servono (o sono servite) le criptvalute? Chi ha interesse - oltre ai truffatori e agli speculatori - a creare moneta al di fuori del circuito vigilato dei pagamenti nazionali ed internazionali? C’e un vantaggio reale per gli utenti/consumatori? Sembra proprio di no, anzi ora ci sono delle sonore perdite. Voglio aggiungere che anche il tanto lodato sistema della blockchain (il meccanismo tecnico che è alla base di quasi tutte le criptvalute, ad iniziare da bitcoin) alla fine serve a qualcosa che non sia già fornito nei circuiti vigilati? Anche qui c’e da chiedersi se l’esplosione della bolla non sia un bene (certo non lo è per i tanti che si sono fidati in buona fede e per i tantissimi che hanno provato a speculare) e anzi possa rappresentare addirittura un passo avanti verso un sistema di transazioni in Rete più serio ed affidabile (anche in assenza di regole formali che su Internet non arriveranno mai).

• Un ultimo tema: per gli amanti della musica pop (ma so bene che il termine e tragicamente riduttivo) il più bel regalo di Natale non è un brano musicale ma un libro: “Filosofia della canzone moderna” di Bob Dylan, una raccolta di recensioni di oltre sessanta brani (non suoi) scritte con una prosa fascinosa ed intrigante scelti tra i tanti con un criterio misterioso (mancano del tutto i Beatles ad esempio) e personalissimo. C’e anche Volare. Fantastico. (di Mauro Masi)

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